Le politiche dei sovranisti, del prima vengono i “nostri”, degli isolazionisti, ormai sono note, si scontrano tra di loro e per dimostrarlo bastano pochi esempi: la politica dei dazi del Presidente Usa crea problemi di occupazione e di internazionalizzazione del prodotto ai lavoratori dell’alluminio, dell’acciaio, dei pannelli solari…; la scelta della Brexit ha riflessi negativi per la nostra emigrazione in Gran Bretagna e porta molto indietro la libera circolazione delle merci e delle persone, perlomeno a livello europeo; il nazionalismo francese aggiunge problemi a quelli esistenti non solo nel nord Europa (non parliamo dei paesi dell’est che dalla dittatura comunista hanno imparato a negare solo ogni solidarietà e comunque ha fatto bene la Ue a farli aderire scommettendo nel futuro e spero che sia pronta ad allargarsi fino agli Urali, alla Russia) per la libera circolazione dei migranti.
U.S.A.
Non voglio dare giudizi morali, che non spettano a me, ma politici sul chiudersi a riccio su se stessa dell’America: prima i bombardamenti in Siria con l’obiettivo di destabilizzare l’area, la provocazione, le morti previste dei palestinesi, la negazione del principio della creazione di due Stati (Palestina-Israele), lo schiacciamento di un popolo, delle loro idee – siano esse condivisibili o meno – indicando la sede dell’ambasciata americana in Gerusalemme, la rottura con gli alleati europei, la Cina, lo stracciare gli accordi con l’Iran realizzati anche dal suo predecessore… fanno parte della strategia di Trump che, partendo dall’oscurare i problemi interni (vittorie apparenti), vuole mediare (Cina, Putin, Europa…) per rimanere il “primo” nel mondo, contro la multilateralità che si è affermata con la globalizzazione.
Globalizzazione
È vero che l’informatica e l’interdipendenza dei mercati possono far paura, ma vanno affrontati così come è stato fatto con l’avvento della “macchina a vapore” e non rinchiudendosi in se stessi: i lavoratori, non solo negli Usa, hanno un loro ruolo – non più ideologico ma ideale come tutti i cittadini – che non può essere ripiegato sui propri egoismi, ma deve essere capace di sintonizzarsi con solidarietà con un mondo che cambia velocemente, affrontando a viso aperto i riflessi, anche negativi, di un pianeta – anche se non lo vogliamo – che è nei fatti globalizzato. I problemi si esorcizzano con soluzioni collettive, e mai con scorciatoie che sembrano, al momento, percorribili: le questioni vere sono relative alla centralità delle imprese, al loro controllo e alla partecipazione di chi ci lavora, le politiche attive del salario, dell’orario, dell’occupazione… e l’impegno contro le povertà e tutte le emarginazioni, con una visione che percorra libera il mondo intero.
L’America che c’è
L’America mi piace. La sua storia fatta di contraddizioni e riparazioni (i democratici hanno eletto, con le primarie nell’est, ricordando la loro triste storia, una discendente dei pellerossa, dopo circa 1500 anni, per il Parlamento nazionale) mi affascina: forse perché mi sento un cittadino del mondo, o amo ogni luogo dove sen-to profumo di libertà. Amo gli Usa della liberazione dell’Italia dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista, della nuova frontiera, del “sono Berlinese” quando la Germania era divisa, della solidarietà non solo espressa al popolo Ungherese per il suo grido di libertà dal giogo della dittatura. Quell’America c’è, quel popolo c’è e qualche sbandamento non può cambiare la sua storia. È vero, penso che John Kennedy e Martin Luter King, leader della protesta negra, abbiano segnato la nostra vita (la storia può nascondersi nella profondità, ma poi torna a galla) e indicato la necessità di cambiare realmente la nostra cultura, d’immaginare un mondo nuovo. Il 6 giugno ricorre la tragica data della uccisione di Robert Kennedy – hanno ucciso John e Robert Kennedy, Martin Luther King, ma non l’idea di progresso – e il suo testimone (lotta a ogni segregazione razziale, accoglienza per le persone, difesa dell’ambiente, lotta alla proliferazione delle armi…) sarà impugnato da molti.
Giulio Lattanzi
17 agosto 2018