I Piemontesi a Pausula: i lumi e l’osso di prosciutto!

Il 20 settembre 1860 il generale Fanti entra a Macerata con una colonna del V° Corpo di Armata. Lo stesso giorno una compagnia di bersaglieri, circa un centinaio del 26° reggimento, entra in Pausula (oggi Corridonia).

 

Accoglienza festante

I piemontesi sono in perlustrazione, il territorio brulica di soldati pontifici sbandati. Ad attenderli un gruppo di liberali che offrono ai soldati polenta, un pollo a testa e un fiasco di vino; il racconto ufficiale parla di una folla festante che acclama la loro venuta.

 

La versione degli sconfitti

Interessante è la versione della fazione papalina, degli sconfitti. Scrive don Andrea Bartolazzi citando il diario dello zio don Pietro Paolo Bartolazzi che aveva vissuto gli eventi in prima persona: “…Intanto fu calata l’arma di Pio IX, fra un silenzio di dolore e di compresso sdegno, e fu inalberato il vessillo tricolore; pochissima gente in piazza, pochissimi evviva dei facchini e dei altri partitati. Nessuno poteva persuadersi che il nostro Governo volesse durare; frattanto i volontari, per eccitare entusiasmo per il nuovo Governo, cominciarono a girare qua e la per bettole, a radunare un po’ di gentaglia con alcuni fanatici del paese, e la sera fu ordinata generale illuminazione mentre giravano per strada alcuni ubriachi, cantando via [viva] Vittorio Emanuele, Cavour, Garibaldi e altre canzoni”. Andrea Bartolazzi scrive nel 1917 e pertanto per “nostro Governo” si riferisce a quello del Regno d’Italia. Il “via” è un chiaro errore di scrittura: ovviamente voleva intendere “viva”: un lapsus freudiano?

 

Lumi e prosciutto

“Quelli che non illuminarono le finestre furono minacciati. In Prepositura non fu messo alcun lume; appena se ne accorsero, vennero davanti a casa gridando: fuori i lumi e minacciando di dar fuoco. Appena mi affacciai io, il popolo si ritirò e stette quieto; ma due soldati piemontesi si fecero avanti con espressioni minacciose ed insulti. Io dichiarai che avrei messo i lumi, perché costretto dalla forza; furono accesi quattro piccoli fanali, e la gente soddisfatta se ne andò. Circa un’ora di notte, una ventina di piemontesi, guidati da uno del paese, andarono nel convento dei MM.OO.; entrarono furiosamente cercando, come dicevano, i fuggitivi del Papa. Malgrado le assicurazioni, in contrario, dei frati spaventati, si misero a cercare coi fucili in mano per la Chiesa, sui cornicioni, sulla volta, sulla torre; poi andarono in dispensa, bevettero vino, portando via un avanzo di prosciutto, e quando stavano per partire chiamato il guardiano  P. Felice  da Morrovalle, lo fece inginocchiare, dicendogli che voleva fucilarlo. Il povero frate svenne per lo spavento e così lo lasciarono in pace. Di lassù si diressero alla cura di Pacigliano, e la e in altre case dei contadini, fecero le stesse ricerche. Nella notte insultarono diverse donne, e alcune si salvarono per miracolo. La mattina seguente partirono per la volta di Ancona, dove si era rinchiuso il generale pontificio Lamorcière, il quale capitolò il giorno di S. Michele Arcangelo, 29 settembre”.

 

Prima i Bersaglieri poi i Reali Carabinieri

Il convento dei Minori Osservanti è l’attuale complesso sito in piazza Corridoni che comprende la chiesa di San Francesco e la scuola media. Fu abbattuto il grande stemma pontificio che mi è stato riferito esser presente fino a una trentina di anni addietro nei magazzino comunali: tutte le ricerche per trovarlo sono state inutili. Lo stesso giorno il governatore pontificio dottor Stanislao Matteucci abbandona la città. Viene lasciato un piccolo presidio 7 di bersaglieri: i Reali Carabinieri giungeranno successivamente. Il numero di quest’ultimi raggiunse le 120 unità in tutta la regione solo a fine 1860. Don Andrea Bartolazzi precisa che erano truppe regolari e pertanto non ci si sarebbe aspettato un simile comportamento. I soldati erano stati eccitati a un impeto anticlericale e vedevano come nemici tutti i religiosi che incontravano. La scena del padre guardiano fatto inginocchiare e minacciato di fucilazione è da una parte terribile e dall’altra grottesca, per non parlare dell’uscita con il pezzo di prosciutto, degna del film “I soliti ignoti”. Classico copione è quello delle molestie alle donne, che per fortuna nel nostro paese si risolse senza nessun atto di violenza.

 

Non può durare…

Interessante infine è il commento sul fatto che la popolazione pensasse che il nuovo governo non sarebbe durato. Del resto il Papa era sopravvissuto a sconvolgimenti maggiori, e sempre in un modo o nell’altro era tornato. C’era stata la Restaurazione, il grande Imperatore Napoleone I aveva finito i suoi giorni dimenticato, perché il mediocre Vittorio Emanuele II avrebbe dovuto avere maggior successo? Forse il tanto acclamato Re Galantuomo della propaganda risorgimentale, era solo, come lo definisce lo storico inglese Mack Smith, un personaggio gretto e meschino che parlava in piemontese invece che in  italiano e che vedeva l’Unità solo come una conquista territoriale e non come il realizzarsi del sogno risorgimentale di tanti patrioti? Era forse Vittorio Emanuele II solo un mito che gli stessi liberali avevano creato?  

Modestino Cacciurri

21 luglio 2018

 

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