Il gioco del Pallone col Bracciale viene definito come italiano, popolare, in auge dai primi anni del 1800 fino ai primi anni del XX sec. Era comunemente detto “gioco del pallone”, ebbe grande fama e un gran numero di partecipanti, quasi tutti di famiglie nobili. Gli spettatori erano numerosi e rumorosi non solo per le tifoserie, ma anche perché la scommessa era tollerata. Si tentava la sorte sul risultato della partita, sui singoli punti e soprattutto si scommetteva sulla “Volata” o fuoricampo. Respingere la palla oltre il fondo del campo avversario valeva il punto, la quota era rapportata alla valentìa del giocatore. Il punteggio, del tutto sovrapponibile a quello del Tennis (15, 30, 40, gioco) veniva sempre aggiornato da “lu chiamarì” (il chiamatore) con immutata cantilena. Quasi tutti i paesi e le città delle Marche, (maceratese, anconetano e pesarese) avevano il loro campo da gioco, addossato all’alto muro di cinta (che fungeva da “sponda”). Altre volte si giocava sulle piazze, dopo aver protetto le finestre dei palazzi prospicienti e alcune città si erano dotate di strutture apposite. Treia ha conservato sempre la tradizione.
Lo Sferisterio di Macerata
Nel 1823 l’architetto Aleandri progettò lo Sferisterio di Macerata; struttura scoperta con palchi coperti, destinata al gioco del Pallone col bracciale. I “Cento Consorti” e la “Congregazione Pallonaria” avevano promosso l’iniziativa, in analogia a quanto avveniva per i teatri storici. Il Comune cedeva l’area, i fondi e il lavoro erano forniti dai privati, i quali, in rapporto all’impegno o al lavoro prestato, acquisivano diritti d’uso. La gestione era assimilabile a quella di un condominio. In quei tempi, la burocrazia era meno ottusa e i cittadini provvedevano anche ai loro hobby. L’inaugurazione del più bello e funzionale Sferisterio d’Italia avvenne nel 1829 con grande tripudio; i giocatore erano prestigiosi e i derby con Treia, Recanati, Camerino, San Severino, Cingoli ecc. richiamavano molti tifosi. La capienza complessiva vantava 10.000 posti. Il Leopardi apprezzava lo Sferisterio e il pallone col bracciale: l’ode di “A un vincitore del pallone”, dedicata a Carlo Didimi di Treia, fu ispirata da una maschia “disfida”. Oggi lo Sferisterio, per l’ottima acustica, è adibito a teatro d’opera.
Prima del 1800
Fin qui tutti d’accordo. Ma il pallone al bracciale esisteva ed era praticato anche prima del 1800:
1 – nel Vocabolario della Crusca, tomo terzo, 1738, leggiamo: “PALLONE. Sorta di Palla grande fatta di cuoio, e ripiena d’aria. Lat. Follis”;
2 – il “Trattato del Giuoco della Palla” di Antonio Scaino da Salò (1524 – 1612), fu nel edito 1555 in Venezia;
3 – Nicolò Tommaseo, nel “Dizionario della Lingua Italiana, vol 7, 1924”, così definisce lo SFERISTERIO Sost. Maschile dal Greco Sfairisteriòn, in Plinio e Svetonio. Luogo pel gioco della palla e per diversi esercizi. Gli antichi lo avevano in tutti i ginnasi, nelle terme ed anche nei palagi e case private. In esso giocavasi alla grande e alla piccola palla ed anche alla vuota o pallone.
Ricerca storica
In vari antichi volumi, ho più volte letto che il Re Pico, primo re dei Latini e re del Piceno, avrebbe portato in Italia il gioco della palla, come, citando Plinio, afferma anche Boccaccio (“La cronologia degli Dei” VE 1553, pag. 139). Quindi, per fugare ogni dubbio:
1 – “Sopplimento Delle Croniche Universali Del Mondo” di Jacopo Filippo Foresti da Bergamo (1434 – 1520), tradotto da Francesco Sansovino (Roma 1521 – VE 1586), edito in Venezia 1575. – Nel libro terzo, pag. 60, si legge: Pico augure, Re d’Ausonia, figliuolo del Re Saturno, come testifica Eutropio, successe al padre nel Regno de Laureti... Fu il primo che trovò la palla da giocare, & l’insegnò a suoi, come dice Plinio. Edificò nel regno dei Laurenti …dove pose il suo seggio… Questo Regno fu in Italia il più celebre di tutti gli altri… Et non contento del suo regno, & occupando una provincia non piccola, la chiamò Piceno dal suo nome, & hora e detta Marca Anconitana… Piceno, hebbe il nome dal sopradetto Pico… Pico prese il suo dal Pico uccello il qual volando si fermò sopra le bandiere di costoro che erano in campo in quel tempo. Segue la descrizione delle città e dei confini del Piceno, che sintetizza in poche parole: … paese fertilissimo d’ogni sorte di biade, & produce huomini bellicosi & ottimi soldati.
2 – Dizionario delle Antichità Greche e Romane (2 vo-lumi, Milano 1869), di Anthony Rich (nobile inglese 1803 – 1891).
PILA in italiano “palla”(in greco detta sfaira – da questo vocabolo deriva Sferisterio). Palla per giocare al Follis, Harpastum, Paganica e Trigon…
FOLLIS. Un pallone gonfiato d‘aria, e di gran dimensione, che, per la sua leggerezza, era particolarmente adatto al passatempo di persone così giovanissime come vecchie giacché dava modo di esercitarsi senza sforzo violento. (Marziale. XIV. 47.)
L’illustrazione annessa è presa da un‘impronta su una moneta di Gordiano III (regno 238-244 d.C.); rassomiglia per la grandezza della vescica gonfiata e per il modo in cui si adopera, ad un giuoco ancora comune in Italia, conosciuto sotto nome di giuoco del pallone, in cui i giocatori portano il lor braccio diritto coperto, dal gomito al pugno, con un bracciale, come quello che è indicato nell‘incisione. Con questo battono la palla che un‘altra persona rimanda. Come il mandarino al cricket; giuoco inglese.
Questo autore accredita l’origine ancestrale di un gioco inglese, relativamente recente. Gli Italiani non vogliono sapere che il “gioco del pallone” è antichissimo.
3 – Compendio delle antichità romane, Napoli 1844, di Salvatore Aula (Napoli 1718 –1782) traduzione e aggiornamenti F.Trinchera. – Nel capitolo “Del Gioco delle palle”, a pag. 316, a conferma, troviamo: era di quattro specie dette Trigon, Paganica, Follis, Harpastum, pure detti Sphaeromachia; e i giocatori Sphaeristae...
FOLLIS, fatto di pelle molle e delicata, riempita di vento, per modo che non era mestieri di molta forza per ispingerlo… qui riporta due versi di Marziale sul Follis: “Andate lontano giovani, alla mia età conviene la calma; giocare al pallone si addice ai giovani e ai vecchi”.
4 – Istoria D’Ancona dell’Abbate Leoni, Ancona 1810.
Questo autore, nella premessa, dichiara di essere in possesso di numerosi testi, di manoscritti e pergamene e di aver avuto accesso a varie biblioteche. Descrive una interessante storia, non solo delle Marche. Nel Libro VI, data il regno dei laurentini in età antecedente la guerra di Troia e scrive: Pico. Vedendo poi, che li Sudditi erano rozi, et imbelli, per renderli agili alli moti delle loro persone, ritrovò il giuoco della Palla, et Pallone, et l’insegnò loro. Sendo poi guerriero, avido di gloria, et bramoso d’acquistar altri Stati; disegnò far l’impresa della Regione Palmeria, già Comeria Anconitana originaria del Regno Laurento, et Romano…
Osservazioni
Tralasciando l’esame di altri testi, sembra che ce ne sia abbastanza per considerare attendibili gli autori di cui sopra. Il pallone col bracciale ebbe notevole diffusione in Italia centrale (in particolare nel Piceno del Re Pico), in Piemonte; ma pure in Francia, Germania, Austria, Inghilterra e Paesi Bassi. L’Eneide tradotta da Annibal Caro (L. 7 versi 280/284) così descrive la statua di Pico nella reggia di Laurento: “In abito succinto, e con la verga / Che fu poi di Quirino, e con l’ancile / Ne la sinistra esso re Pico assiso v’era,/ pria cavaliero, e poscia augello”. La trabea (abito succinto), lo scudo ancile (detto anche argolico) e la verga o lituo sono le caratteristiche essenziali dell’abbigliamento dei Salii, come si legge a pag 337 de “La Istoria Universale Roma 1699”, di Francesco Bianchini (1662 –1729), il quale sostiene che Picco era sacerdote dei Salii presso gli Aborigeni. I Salii (sacerdoti di Marte), nerbo delle legioni, furono molto importanti a Roma. L’antico Piceno è attraversato da tre vie Salarie. Nel II sec. a.C., in Provenza, i Salii tengono testa a Roma per cinque anni; fondano varie città in Piemonte (Saluzzo, Vercelli, Pollenthia ecc). Clodoveo, prima di partire alla conquista della Francia, era Re dei Sali, nell’Isola dei Batavi (Paesi Bassi). I guerrieri Salii, con i romani, hanno a lungo calpestato l’Europa, Inghilterra compresa. Se la Storia, pure dello sport, cammina sui calzari degli eserciti…
Forse sono tutte coincidenze, ma… quante coincidenze!
Non si pretende di imporre il concetto che Pallone col bracciale, Pallacorda, Tamburello, Criket, Pelota, Tennis, Squash abbiano origine nella note dei tempi. È sufficiente che i cittadini di Treia e tutti gli iscritti alla “Federazione Italiana Pallapugno” continuino le tradizioni e ne perpetuino il ricordo.
Note, per approfondire
- http://larucola.org/2017/07/19/i-sali-gli-ancili-e-le-armi/
- http://larucola.org/2016/04/20/le-salarie-picene/
- http://larucola.org/2017/04/15/salii-in-provenza-nel-ii-secolo-a-c/
- http://larucola.org/2017/05/26/sali-italici-parte-prima/
- http://larucola.org/2017/10/08/un-po-di-storia-propedeutica-al-piceno-clodoveo-re-dei-salii/
Nazzareno Graziosi
30 giugno 2018