Cosa è marchigiano e cosa si salverà di tutto questo? Sembrava l’arca di Noè in mezzo al diluvio, venerdì 23 febbraio, l’Auditorium “Fabbrica dei sogni” di Monte Urano.
Il luogo
Il cemento dell’edificio, moderna fabbrica di scarpe e borse, rivestito di tendaggi, tappeti e oggetti orientali, come orientali sono anche le Marche, luci soffuse, la voce morbida del preparatissimo Michele Conti, per la prima volta alle prese con uno spettacolo di letteratura, gli interventi musicali del monturanese Rocco di Tommaso, del Maestro Adrian Vasilache, e dell’enfant-prodige Andrea Salzano con la sua chitarra.
Il diluvio
Se non ci fosse stato il diluvio sarebbero potuti essere ottanta gli autori dei due volumi di “Racconti marchigiani”, scelti e pubblicati da Francesco Giubileo, per Historica Edizioni, in vendita nelle libreria Cultora di Roma e di Milano. Il maltempo, tre giorni di pioggia, allagamenti, banchi di nebbia, e la previsione dell’arrivo di Burian, la temuta tempesta siberiana, che ora congela la regione, ha risolto la situazione: eravamo una decina, non di più, a salire sul palco.
Gli ospiti
Di essi, quelli prima di me, non li ricordo, causa l’emozione. Per partire dall’ultimo, Francesco Bertazzo, prima svogliato studente del liceo scientifico, poi appassionato di lettere moderne, laureato, musicista, trae il racconto “Ser Federico da Servigliano e la giostra de lo anillo” dalla leggenda del calice magico delle Piane, un sacro Graal, che compie magia buona a chi beve poco e magia cattiva a chi beve troppo. Musicista e cantante, nonché volenterosa, amichevole ed energica organizzatrice della serata, Giuseppina Gazzelli, autrice del racconto “Quattro a uno”, in cui i protagonisti ispirati (racconta a se stessa, al marito compositore e ai due amici chitarristi, che sono presenti in sala) finiscono coinvolti, durante una spettacolare partita, in quei “fatti di Torino” in cui la folla impazzisce per una esplosione o un temuto attentato. Evento privato, come la morte, invece nel racconto “Prima di chiudere gli occhi” di Sonia Trocchianesi, su quello strano sentimento, di sofferenza e di bontà, di una persona che assiste un moribondo e fa di tutto perché sia lieve l’ultimo respiro, e a volte la cattiveria, i tradimenti dell’altro rendono possibile un lieto fine. Non vuole parlare della sua città terremotata, Barbara Re di Camerino, presente insieme con una sua amica, sfollata a Porto Sant’Elpidio, che le ha gridato dal pubblico “Non stare a raccontare tutte queste cose!” Più marchigiana di così! Il racconto “Ladri di città” ha come protagonista una Panda, un’automobilina, scoppiettante di vitalità, che lavora alla consegna delle pizze, su e giù per le vie scivolose e spesso gelate, superba della sua tecnica e leggerezza, fino al giorno in cui i ladri le hanno rubato la città. Una storia di fantasia, che ha presentato anche in una edizione singola, illustrata, appena pubblicata, manifestando l’intenzione di dedicarne i proventi alla beneficenza.
“La gran Costanza d’Altavilla a Jesi”
Per presentare il mio racconto, “La gran Costanza d’Altavilla a Jesi”, come lettura rilassante ispirata a un personaggio del 1100, che già Dante descrive nel cielo della Luna, ho raccontato per contrasto la mia precedente fatica, l’impegnativo romanzo memorialistico “Corri a scuola durante il terrorismo”, ambientato nell’anno del sequestro di Aldo Moro, un romanzo di indagine storica, di scavo nelle fake news di una società improvvisamente dominata da indagini onnipresenti e conniventi con la strategia della tensione che dovevano produrre. Per uscirne, ho poi composto dei racconti medievali, dove le fake news sono semmai la maldicenza del papa contro la imperatrice.
Il libro dall’ambientazione più antica
Per i curiosi, il racconto dall’ambientazione più antica non è il mio ma “L’adultera”, scritto in prima persona dalla Maddalena, che sfugge alla morte per lapidazione, grazie all’incontro con Gesù. L’autrice, Elisa Mecozzi, non era però presente alla serata. Chiedetevi pure cosa ciò abbia di marchigiano e l’intuizione forse ve lo suggerirà. La serata è proseguita proprio come un’arca di Noè, improntata alla partecipazione e all’atmosfera di un gruppo eterogeneo di perfetti sconosciuti, uniti dalla casuale partecipazione a un concorso e alla sua vittoria, nonché alla selezione che il meteo ha fatto dei presenti.
Che sarà di noi..?
Resta da chiedersi: cosa sarà di tante energie creative? Alcuni autori lavorano anche nel cinema e si augurano di vedere le loro opere diventare un film. Molti poi sono i musicisti. Tutti comunque svolgono un altro lavoro, pizzaioli, studenti, redattori, bibliotecari, operai, insegnanti. Per ognuno la letteratura è passione e impegno, spese di pubblicazione e verità umana e sociale, non puro consumismo!
Due nuovi concorsi
Su questa linea anche due nuovi concorsi “Bloggami” e “ArteèLibertà” ideati e promossi dall’associazione “SenzaBarcode” presentati da Sheyla Bobba. Il nome dell’associazione deriva anzitutto dalla frase: senza codice a barre. I due concorsi hanno lo scopo di dare visibilità ad autori e artisti emergenti. Il bando è stato pubblicato il primo febbraio e si concluderà per entrambi il 30 giugno. Il primo è dedicato a racconti brevi, al massimo 1000 parole, così da poter sfruttare anche una vetrina web come senzabarcode.it, un magazine online che vanta centinaia di migliaia di visite ogni anno. L’incipit è: Cosa riuscite a raccontare in 1000 parole? ArtèLibertà è invece rivolto a pittori, scultori, fotografi e grafici, tutto digitale. Siamo stati tutti invitati a entrambi… forse l’arca non chiude subito!
Liana Maccari
10 maggio 2018