Racconti maceratesi di fatti davvero accaduti: le fontane… riciclate

Il gruppo di esplosivi e testardi componenti il comitato di Rione Marche, negli anni ‘60, imperversò sciorinando e realizzando idee una dietro l’altra. La sistemazione della strada del rione, la sistemazione della Madonna e poi, ecco la nuova pensata: abbellire la casetta della Vergine con due fontane. Il comitato non si era fermato davanti a nessun ostacolo, usando a volte la fantasia, altre un po’ di prepotenza, ma questa volta l’ostacolo era veramente grosso. Mancavano i soldi.

 

Le persone del rione avevano già dato

Era stata organizzata la solita colletta annuale per fare la festa e le famiglie avevano fatto sentire la loro vicinanza con offerte veramente incoraggianti per cui non si poteva ricorrere a chiedere di nuovo il loro aiuto. La cifra che era avanzata dalle spese della festa era stata accantonata per a dare il via a quella dell’anno successivo e quindi di contanti nemmeno l’ombra.

 

Un artigiano chiese troppo

Si incaricò una persona, che andava ogni giorno a Civitanova per lavoro, di sentire l’artigiano-artista che le vendeva per avere un’idea sul costo. Quando lui tornò con i preventivi scoppiò un silenzio assoluto che dette, per la prima volta, un senso d’impotenza al comitato. Di solito, a ogni proposta scattavano mille idee per migliorarla o sostituirla con una più efficace, questa volta… tutto tace. Ma, sapete, in certi casi è la buona sorte ad aiutare gli audaci.

 

Due fontane a spasso…

Quando tutto sembrava perso veniamo a sapere che le due fontane, che Cisirino aveva voluto alla festa delle Casette per far loro zampillare durante un intero pomeriggio vino bianco e rosso (per la cronaca ne furono bevuti, gratuitamente, dai maceratesi, sette quintali!), erano rimaste al comitato della festa delle Casette. Infatti erano state poste come premi alla lotteria ma, essendo state vinte da due famiglie che vivevano, ognuna, in un appartamento, non furono ritirate. La trattativa fu breve: se nessuno le vuole l’anno prossimo le prendiamo noi del Rione Marche. La cifra naturalmente era di convenienza assoluta, concordata per consentire agli amici casettari di recuperare qualcosa.

 

Vinte di nuovo da chi non sapeva che farsene

L’anno dopo, ripulite e imbiancate, le fontane furono messe come premi nella lotteria del Rione Marche. La sorpresa dei nostri corrionali fu molta e, più per aiutare il comitato che per il piacere di vincere una fontana, i biglietti andarono a ruba. Fatta l’estrazione e consegnati i vari premi si arrivò alle due fontane e qui “il miracolo fatto dalla fortuna” per nostra grande fortuna, si ripeté. Tutte e due  furono vinte da famiglie di operai che abitavano nelle case costruite  nel rione da Lattanzi e  che delle  fontane  non  avrebbero saputo proprio che farsene.

 

Lo scambio con generi alimentari

Noi, forti dell’amicizia di un grossista di alimentari che per la pesca ci forniva salumi a prezzo di costo, dando così il suo contributo alla festa, proponemmo ai due vincitori uno scambio: la fontana in cambio di un prosciutto, una lonza e due salami. Per un operaio la fontana era nulla ma una scorta di salumi come quella significava far mangiare discretamente la famiglia per un buon periodo, per cui entrambi accettarono il baratto con felicità per tutti.

 

L’onorevole

Le fontane ora c’erano ma il problema, veramente grosso, visti i precedenti, era di andare in Comune a fare la domanda perché si potesse allacciare l’acqua. Riunione del comitato e qui la via, suggerita da uno dei presenti, fu semplice. Un bravo e intelligente personaggio del rione era entrato, per la sua abilità e preparazione, a far parte della segreteria di un onorevole che, in quel momento, era sulla cresta dell’onda. Gli viene presentata la cosa e lui dice: “Inviate  la domanda per posta affinché venga protocollata la settimana prossima e io, che in quel periodo sono a Roma con l’onorevole, farò il resto. La telefonata “amichevole” partita da Roma ebbe lo stesso effetto che l’acqua di Fiuggi fa a quelli che la bevono alle terme: dopo tre giorni le nostre fontanelle zampillavano allegramente, dando con il loro mormorio la sensazione che, giorno e notte, qualcuno sussurrasse una dolcissima preghiera alla Madonna del Rione Marche. 

Cesare Angeletti

11 aprile 2018

 

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