Un grave problema sottaciuto che ci riguarda tutti: “Air gun”

Oggi il problema è rappresentato dalle esplosioni sottomarine ma domani, se e quando avranno trovato gas o petrolio, il problema sarà ancora più grave: c’è la massa tettonica africana che spinge e causa terremoti (ne sappiamo qualcosa) e costoro si stanno preparando a creare dei vuoti (tirando via gas e petrolio) nel sottosuolo facilitando così la spinta di cui sopra. Le conseguenze? Terremoti più frequenti e più forti. Intanto associazioni ambientaliste stanno organizzando dei flash-mob contro queste esplosioni (air gun).

 

Otto flash-mob

Domenica 8 aprile otto flash-mob saranno messi in atto dagli attivisti di diverse associazioni ambientaliste, in cinque regioni adriatiche: Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Molise e Puglia, contro l’utilizzo degli air gun per la ricerca petrolifera nei fondali marini. I progetti di prospezione sono stati approvati dal ministero dell’Ambiente e in via di autorizzazione definitiva da parte del Ministero dello Sviluppo economico, malgrado i ricorsi al Consiglio di Stato da parte degli ambientalisti, che non si arrendono e organizzano questo evento di protesta e sensibilizzazione in contemporanea dando appuntamento a tutti presso i seguenti luoghi e orari di ritrovo:

Rimini, 15:30 presso la Ruota Panoramica;

Ancona, 10:00 presso stazione Palombina;

San Benedetto, 10:00 biciclettata con partenza da Piazza Giorgini;

Giulianova, 17:30 presso Lungomare Zara;

Pescara, 10:30 Nave di Cascella, Piazza I Maggio;

Vasto, 09:00 biciclettata da Punta Penna a Fossacesia (per mountain bike e persone con attrezzature adeguate);

Termoli, 17:30 presso Piazza Monumento;

Bari, 17:00 presso Rotonda del Lungomare.

 

“Air gun” esplosioni di aria compressa

Decine di studi, dimostrano l’impatto negativo della tecnica di ricerca idrocarburi “air gun” sull’ecosistema marino: le violente esplosioni di aria compressa creano onde d’urto che distruggono lo zooplancton per un raggio di molte centinaia di metri, uccidono i piccoli pesci e le tartarughe, causano danni all’udito ad altre specie come  balene, capodogli, delfini, che perdono l’orientamento e spesso finiscono spiaggiati. Il danno è anche economico, per le attività di piccola pesca.

Lo stesso ministero dell’Ambiente ha ammesso il potenziale impatto dei progetti, emanando comunque ben 9 decreti favorevoli di Valutazione di Impatto Ambientale, in pratica ha autorizzato l’uso degli air gun su undici zone nell’Adriatico.

 

Associazioni aderenti

Ecco i nomi delle associazioni aderenti alle iniziative che si terranno l’8 aprile: Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Coordinamento Nazionale No Triv, Coordinamento No Hub del gas – Abruzzo, Greenpeace, Comitato di Quartiere Annunziata di Giulianova, Pescara 2.0, Gruppo No Triv di S.Salvo, Gruppo No Triv Terra di Bari, Trivelle Zero Marche, Trivelle Zero Molise, Associazione Ambiente e Salute nel Piceno, Rete Associazioni Tutela del Mare S.O.S. ADRIATICO Rimini.

In foto le zone (in rosso) interessate

7 aprile 2018

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