In una lettera l’epopea telefonica di una utente maceratese

Vi racconto la nostra disavventura con Tim linea fisso. Sono una libera professionista, precisamente dottore commercialista a Macerata, e divido lo studio con 4 avvocati. L’utenza telefonica è intestata allo Studio legale associato che in data 23/02/2017 firma con un commerciale Tim un nuovo contratto denominato “Evoluzione ufficio fibra small”.

Bellissimo, eravamo entusiasti perché continuavamo a operare con il nostro vecchio numero di telefono con l’aggiunta di un nuovo numero e il costo sarebbe stato più basso con maggiori servizi, con la promessa da parte del commerciale che avremmo avuto solo una fattura.

 

4 “semplici” operazioni

Per esemplificare Tim avrebbe dovuto fare 4 “semplici” operazioni

1 – Attivare un nuovo numero di telefono;

2 – Disattivare la linea isdn;

3 – Trasferire il nostro vecchio numero nella nuova linea telefonica;

4 – Attivare il servizio evoluzione ufficio fibra small;

A detta del commerciale un gioco da ragazzi, molto semplice, in realtà la procedura più complicata che Tim potesse fare.

 

Decine di chiamate senza poter parlare con addetti

Da premettere che nonostante io non fossi la titolare dell’utenza telefonica, mi sono sempre occupata della telefonia perché sono la “tecnologica” dello studio.

Dal 23 febbraio 2017 ho dovuto chiamare il 191 decine di volte e non sto esagerando. Per molto tempo nessun operatore si è fatto sentire. Dopo innumerevoli chiamate il 10/05/2017 ci viene attivato il nuovo numero di telefono e il 7 giugno 2017 arrivano 2 fatture una per il vecchio numero e l’altra per il nuovo numero. Nella fattura della vecchia numerazione ci viene addebitato il servizio voce per i mesi di aprile e maggio così come nella fattura del nuovo numero ci viene addebitata la linea voce anche se in parte scontata, così come l’Adsl. E così per molte fatturazioni anche se con sconti parziali a loro insindacabile giudizio. La linea isdn ci è stata disattivata solo il 17/10/2017 e dal mese di luglio è anche aumentata si 5 euro al mese.

 

Altro calvario con risposte assurde

La disattivazione della linea isdn è stata un calvario perché io chiamando il 191 ha ricevuto risposte a dir poco assurde.Alcuni operatori dicevano che l’operazione era impossibile mentre altri dicevano il contrario. Fatto sta che la linea isdn dopo ben otto lunghi mesi e dopo ore al telefono con operatori è stata disattivata e il vecchio numero è passato sulla nuova linea.

 

Tanto semplice… 9 mesi, come un parto!

Nel frattempo abbiamo ricevuto 3 tipi di fatturazioni diverse tra cui la fattura di una sim che doveva confluire nel contratto “Evoluzione ufficio fibra small” azzerando il costo con la promozione “Promo mobile”. In realtà dal 01/03/2017 ci è stato fatturato il servizio sim che non ci serviva e quindi mai utilizzato. Nel frattempo nel nuovo numero è stata attivata la linea adsl, poi la fibra, poi ci hanno fatto ripassare ad adsl poi finalmente il 27/11/2017 c’è stata l’attivazione di “Evoluzione ufficio fibra small”. Quindi per effettuare un passaggio che poteva essere semplicissimo ci sono voluti 9 mesi. Beh… è stato un bel parto!

 

Un subentro… di là da venire

In questi nove mesi ho perso tantissimo tempo del mio lavoro per correre dietro a operatori Tim e call center che non hanno cognizione di causa di quello che Tim fa.

Nel frattempo in data 31/12/2017 lo studio associato si scioglie pertanto io nel mese di gennaio faccio richiesta di subentro nella telefonia, da tenere presente che a oggi 21/03/2018 il subentro deve ancora avvenire e ora vi spiego perché.

 

L’iter infinito e la… migrazione fasulla

In data 06/02/2018 arriva la prima fattura dove viene addebitato allo studio il servizio “Evoluzione ufficio fibra small”. In data 20/02/2018 la linea fissa è isolata e qui inizia il nuovo calvario. Iniziano le chiamate al 191 e ai messaggi su “Impresa semplice” di facebook. Le risposte dei vari operatori sono varie e contrastanti e sempre prive di cognizioni di causa.

Il giorno 27 febbraio un tecnico Tim mi informa che non è possibile ripristinare la linea poiché la stessa è migrata a Fastweb, ossia in data 20/02/2018 Fastweb ha richiesto il nostro numero. Ovviamente potete immaginare il mio disappunto perché nessuno ha mai accettato una proposta Fastweb. Quindi chiamo insieme a mio marito il 192193 di Fastweb e dico all’operatore Fastweb che Tim mi ha comunicato che il nostro numero è per qualche motivo passato a Fastweb, ma dopo vari controlli sul nostro numero e sui dati fiscali mi comunica che loro non hanno in carico il nostro numero. Di nuovo richiamo il 191 che fa ulteriori verifiche.

 

Il tecnico donna

I primi di marzo esasperata in quanto non è concepibile per dei professionisti lavorare senza una linea fissa chiamo Wind e chiedo l’attivazione di un nuovo numero e firmo un contratto con Wind. Devo precisare che le nuove linee vengono comunque attivate da Tim. Il 9/03/2018 arriva un tecnico donna Tim per l’attivazione del nuovo numero Wind, la stessa vede che c’è un router Tim così, ingenuamente, le racconto le nostre vicissitudini. Trova la porta per inserire la nuova linea, poi esce per andare nella centralina e quando rientra mi dice che non può attivare il nuovo numero perché le avrebbero indicato la cabina sbagliata. Vero? Non lo so, fatto sta che con tale escamotage viene bloccata l’attivazione della nuova utenza telefonica con un altro gestore.

 

Il tecnico uomo

Il 15/03/2018 è arrivato un nuovo tecnico Telecom in studio a verificare lo stato del router, e dopo vari tentativi e telefonate il tecnico ci informa che non può fare nulla visto che il nostro numero è migrato a Fastweb. Chiamando di nuovo Fastweb verifico che il numero non è passato a loro.

Il 20 marzo 2018 veniamo contattati per la sistemazione della linea fissa, e un tecnico Tim da remoto ha riattivato tutto.

 

Domanda senza risposta

A questo punto mi chiedo come sia possibile che ci sia voluto un mese per fare un lavoro di 1 ora.

Ritengo che non siamo affatto tutelati e che questo oligopolio telefonico italiano sia davvero una cosa poco edificante e, come al solito, il cittadino comune non ha strumenti idonei per ottenere tutela.

Romina Leombruni

21 marzo 2018

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