L’aria è sempre più ammorbata da un odore di politica assai sgradevole. Non si fanno più le battaglie sulle ideologie, sui principi e sulle necessità attuali della società ma si gioca sporco infangando la persona, di qualunque colore politico essa sia. Ricordo come rimasi sconcertato quando a Berlusconi, riunito a Napoli (era il 1994) in un consesso politico internazionale in cui si parlava di criminalità, arrivò un invito a comparire. Rimasi male non per Berlusconi (avrebbe potuto essere un’altra persona di colore politico opposto e per me sarebbe stata la stessa cosa) ma perché veniva ridicolizzato il Presidente del Consiglio della mia nazione. Da allora iniziò un gioco al massacro: tutti contro tutti. Un metodo che ha preso sempre più piede e continua con cattiveria contro i Presidenti della nostra Repubblica, contro i Presidenti del Consiglio, contro le alte cariche dello Stato, contro i leader dei movimenti politici. Contro la Destra, il Centro Destra, il Centro, il Centro Sinistra e la Sinistra. Il discorso politico è incentrato sulle malefatte, presunte, vere o false che esse siano. Non si discute più di metodo, di idee, di progetti realizzabili ma si va avanti a forza di “regali” e a chi li spara più grossi: vi aumenteremo questo… vi toglieremo quello… e magari sono anche operazioni di retromarcia rispetto a quanto gli stessi hanno legiferato gli anni prima. È tutto un chiacchiericcio da mercatino rionale. Come è caduta in basso la politica in Italia! Non c’è più un filo di eleganza, di concretezza, non c’è più dialettica tra opposti pensieri, quella dialettica che aiuta l’elettore a comprendere. Oggi si propongono troppo spesso agli elettori personaggi di una ignoranza totale, che non sanno né parlare né stare zitti e lanciano sproloqui in una lingua incomprensibile, appena imparentata con la lingua italiana. In una cosa questi politici sono bravi, ad aumentare sempre di più i loro emolumenti, alla faccia dei lavoratori che devono mantenere la famiglia con stipendi modestissimi, alla faccia dei giovani che hanno difficoltà a trovare un lavoro degno di questo nome ma trovano solo trimestralità che nulla hanno a che fare con la dignità del lavoro, alla faccia delle tante persone ridotte in stato d’indigenza da uno Stato famelico.
Forse è proprio per questo che troppe persone disertano la cabina elettorale.
Fernando Pallocchini
27 febbraio 2018