Centro storico, riunione con cena di lavoro che va per le lunghe e riesci a liberarti verso le ore 23. Domanda: “Dove ho lasciato la macchina?” Risposta: “Ah, sì… l’ho lasciata parcheggiata in viale Leopardi… quindi? Quindi vado verso la piazzetta di via Berardi e scendo per le scalette…”. Facile a dirsi, meno facile a farsi. Perché? Ma semplicemente perché la lunga scalinata è al buio, devi scendere con estrema cautela in quanto non ci si vede un tubetto, nemmeno un tubotto. Ogni tanto sotto le scarpe senti qualcosa di definibile (come una busta di plastica o un foglio di carta appallottolato) e pure qualcosa d’indefinibile, molle e scivoloso (cacca di cane?). Ti appoggi, per cercare sicurezza, verso sinistra, con la mano tocchi il muro, umido, con i piedi tocchi qualcos’altro: sembra erba… è erba spontanea che cresce rigogliosa. L’avranno mai falciata? Alla fine arrivi in fondo, ce n’è voluto di tempo e di attenzione ma sei salvo! Possibile che nessuno abbia mai pensato di illuminare la scalinata? E dire che ci sono due soluzioni: scendendo un paio di pali con relativa lampada piantati sul muretto; oppure a sinistra un paio di lampade fissate sul muro. Non è che ci voglia tanto e sarebbe salvaguardata la incolumità dei cittadini. Poi, a essere pignoli, non sarà il caso, a ‘ste scalette, de daje ‘na rpulita? Mica tutti li jorni… ‘na ‘òrda ‘gni tando ‘na passata de scopa. Accidenti, non ci avevamo pensato… ma sì! non sono illuminate proprio per non far vedere, almeno quando è buio, la sporcizia che ci lasciano le persone e le bestiole.
12 febbraio 2018