Nel pomeriggio del 18 dicembre si è tenuta presso Palazzo De Vico di Macerata, una conferenza di servizio del professor Roberto Perna circa gli scavi archeologici effettuati, dall’Università di Macerata, nel sito di Villa Magna di Urbs Salvia. Avevo già ringraziato, dalle pagine de La rucola, il professore, per la ripresa, dopo tanti anni, dello scavo, e oggi, mi devo ancora congratulare con lo stesso per aver voluto divulgare alla cittadinanza lo stato dell’arte. Ferma restando la mia gratitudine per l’opera meritoria di ricerca ed al contempo di valorizzazione del territorio che il professore, insieme con il suo gruppo, sta portando avanti, devo necessariamente porre delle domande che, a causa di una mia dolorosissima nevralgia, non ho potuto fare il giorno della presentazione del nuovo scavo quando, dopo la relazione del professore, si è aperto il dibattito.
Perché “Pollentia – Urbs Salvia”?
Per questo mio intervento, mi concentro solo sul “titolo” della conferenza: “Pollentia – Urbs Salvia”, perché? Perché anche nel corso della prolusione si è detto che Pollentia e Urbs Salvia erano la stessa città? Da dove è venuta tale convinzione tanto da proporre la cosa in modo assertivo? Quali fonti sono state consultate per fare un’affermazione del genere? Per la mia pubblicazione “La storia dei popoli delle Marche ovvero l’origine d’Europa” circa l’antica Pollentia avevo trovato molti autori, classici e non, che parlavano dell’antica città e avevo tratto le mie conclusioni: “Per quanto riguarda Pollentia si ha notizia della stessa dallo storico Strabone morto nel 20 d.C., “Osimo, indi Septempeda e Pneuentia e Potenza e Fermo Piceno”. Ancora il gromatico Balbo, nomina l’abitato di Pnemuntia che, a giudizio del Mommsen, sarebbe il nome corrotto di Pollentia. L’antica città viene pure citata da Plinio nella Storia Naturale: “Urbisalvia pollentini”. Come dice Boldorini, “queste esplicite e preziose dichiarazioni di Plinio ci assicurano che egli, con la predetta frase (…) ha inteso nominare due centri distinti ed autonomi” e non identici come alcuni storici tra il ‘700 ed il ‘900 hanno inteso ponendo Pollentia nello stesso sito di Urbs Salvia, facendone una unica città. Del resto, anche il gromatico Frontino ebbe a sostenere, come Balbo e Plinio, l’esistenza di un ager Pollentino e un altro Urbisalviense mentre Vogel ritenne che le città di Urbs Salvia e Pollentia, benché distinte, fossero insistenti in un unico agro. Le posizioni apparentemente contraddittorie non sembrano contrastarsi in quanto la maggiore arcaicità di Pollentia rispetto a Urbs Salvia, fa ritenere che la prima abbia avuto giurisdizione su una grande estensione di terre, in seguito, con la fondazione nell’ager Pollentino, di Urbs Salvia, Pollentia dovette cominciare a perdere prestigio e con il tempo i due ager si divisero fino a che Urbs Salvia soppiantò, per importanza, l’antica Pollentia. Vista la collocazione della nuova urbe, non è da escludere che l’antico abitato di Pollentia dovesse sorgere ai piedi di quel versante dell’odierno comune di Pollenza rivolto verso la Valle del Chienti, approssimativamente nell’attuale area della Stazione di Pollenza-Castello della Rancia, come del resto testimoniano resti di pavimentazioni di ville romane ubicate sul colle sovrastante e reperti che confermano la presenza di popolazioni preromane come scrive Boldorini: “(…) vasi in ceramica, patere in bronzo di epoca gallica sono stati rinvenuti, nel periodo 1934-36, nel terreno di Domenico Lucchetti, in contrada Morico, verso la stazione ferroviaria di Pollenza. I vari reperti vennero richiesti e conservati dal Soprintendente di Ancona, a breve distanza dalla scoperta”.
Che città è quella sepolta presso la Stazione di Pollenza?
Ciò quanto affermavo, in “Storia dei popoli delle Marche ovvero l’origine d’Europa”. Fu emozionante, a pochi mesi dall’uscita del libro, venire a conoscenza che, a causa di un problema tecnico, si era dovuto scavare in una zona adiacente alla Stazione di Pollenza e che in quella occasione si era scoperta un’antica città, Pollentia, appunto. Le mie supposizioni basate sulla logica e su alcuni reperti rinvenuti nella prima metà del XX secolo erano state confermate dalla realtà di un sito archeologico grande, una città. Ora, se il professor Roberto Perna asserisce con tanta certezza che Pollentia era Urbs Salvia, allora che nome aveva la città rinvenuta alla Stazione di Pollenza? A quale documento fa riferimento per sostenere che Pollentia era Urbs Salvia? Per una divulgazione corretta della storia del nostro territorio e per poter fare ammenda circa quanto da me scritto, sarei grata, insieme con i lettori de La Rucola, se il professore o chiunque ne abbia le conoscenze, fosse tanto gentile da darmi risposta.
Simonetta Torresi
25 dicembre 2017