Un quotidiano ha pubblicato una mappa con il numero di terroristi espulsi dall’Italia: 258. Ce ne saranno sicuramente altri di terroristi, forse conosciuti e tenuti sotto controllo dalle Forze dell’Ordine. Ma oltre questi quanti ancora ce ne saranno, compresi i fiancheggiatori? Penso che quelli espulsi e quelli residenti siano la punta dell’iceberg.
Espulsi, ritornano
Vengono espulsi ma dopo un po’ li ritroviamo in città diverse da quelle da cui erano stati cacciati. In Italia finora non hanno compiuto stragi. Ringraziamo le autorità preposte alla sorveglianza che sono stati in grado di neutralizzare qualsiasi atto malvagio avessero in mente di compiere. Il fatto di ritrovarli in città diverse lascia pensare che abbiano una struttura organizzativa perfetta: falsificano passaporti, si presentano come poveri disgraziati fuggiti dalla propria casa per guerre o da lotte tribali. Sono poveri ma alcuni con tanti soldi, da circolare con l’automobile. In Italia creano una rete logistica affinché altri li raggiungano senza la incombenza di cercarsi una casa. Affittano o comprano appartamenti ove accogliere i nuovi terroristi che, non conosciuti, possono muoversi liberamente e preparare attentati non solo in Italia ma anche in altri paesi europei.
E se, tra i migranti…
E chi ci dice che fra tanti migranti non ci sia già un esercito di terroristi che potrebbero intervenire al momento opportuno per sovvertire l’ordine pubblico? Personalmente non sono tranquillo. Quando cominciarono ad arrivare in massa tanti migranti pensai, forse sbagliando: arriva la IV armata! Ci saranno sicuramente persone che effettivamente hanno subito vessazioni nel proprio paese ma fra loro tanti potrebbero essere fiancheggiatori del terrorismo. Cercano di arrivare in gruppi in Italia ma anche in altri paesi dell’Unione Europea. Abbiamo visto con terrore e orrore i disastri che sono stati in grado di combinare, con tante persone che sono state vittime dei loro attentati. Non sono contro i migranti ma il comportamento di tanti di loro lascia capire che non tutte le rose sono senza spine. Infatti alcuni di questi spacciano, stuprano donne, compiono furti in appartamenti, picchiano a sangue chi si rifiuta di dare loro qualche moneta e l’elenco dei fatti “conosciuti” inizia a essere molto lungo. Non rispettano le nostre leggi, nei loro luoghi di culto non entra un estraneo e parlano nella loro lingua per noi incomprensibile: chi ci dice che lì alcuni non facciano propaganda a favore del terrorismo?
Ho vissuto sulla mia pelle il terrorismo
Sono vissuto, pagando sulla mia pelle, nel terrorismo dell’occupazione nazi-fascista, quando si faceva giorno e non sapevi se saresti arrivato alla sera vivo. Sono stato preso per essere spedito prima in campo di concentramento poi fatto salire sgarbatamente sopra un camion insieme con tanti disgraziati come me: destinazione Germania. Fortunatamente per un incidente del mezzo dove ero salito rimasi ferito seriamente, fui portato in un ospedale per cui rimasi in Italia e dopo una ventina di giorni ritornai nella mia casa.
Internarli e farli vivere nell’inedia
Ora chiedo: “Perché per questi terroristi non si allestiscono campi di concentramento in una zona impervia, inaccessibile almeno da due lati in modo da controllare per un lungo tratto ogni movimento nel caso di dover intervenire per annullare ogni forma di liberazione da parte dei loro compagni? Perché espellerli quando poi te li ritrovi fra i piedi?” Il tenerli in un campo di concentramento, neutralizzerebbe il terrorismo, perché mano a mano si assottiglierebbe il branco e ci sarebbe un migliore controllo su quelli che sono fuori. Si crede forse di spendere tanto danaro? No, se si pensasse a quanto costerebbe un attentato in vite umane, in dolore delle famiglie, in danni materiali arrecati. Per carità niente torture per non metterci al loro livello ma farli vivere nell’inedia. Sapendo quale sarebbe la loro fine ci penserebbero prima di muoversi per venire nel nostro paese. Ministri responsabili, autorità addette: fate un pensierino su quanto ho scritto. Chi lo sa… magari avremo tanti pensieri in meno.
Ninì de Quinto
5 dicembre 2017