L’Ospedale unico è una idea copiata ad alcuni Paesi nordici

Piena condivisione col Senatore Morgoni sulle falsità insite nell’idea dell’ospedale unico. Non sorprendono le parole del Senatore Morgoni sull’ospedale unico perché da tempo evidenziamo che quella storia dell’ospedale unico non è che una farsa e un modo come un altro che il partito mette in atto per focalizzare e smuovere e tenere accesa l’attenzione dell’elettore in assenza di vere e serie proposte politiche. Fumo e fumogeni per disorientare e ingannare l’elettore.

Il Senatore Morgoni dice tante cose giuste e ovvie in ragione della sua onestà intellettuale che si distingue dai furbetti o furbastri del suo stesso partito ma immaginiamo che non abbia ragionato anche su ciò che ci apprestiamo a dire.

L’ospedale unico è un’idea “copiata” ad alcuni Paesi nordici che hanno conformazioni territoriali pianeggianti e vie di collegamento facilmente percorribili e una storia sanitaria del tutto diversa dalla nostra. Nella nostra provincia esistono già 3 presidi Ospedalieri importanti ed efficienti , realizzati  in tempi diversi per offrire una assistenza sanitaria completa ed effettiva su tutto il territorio provinciale e oltre, sia sulla costa con Civitanova, sia al centro con l’Ospedale Provinciale di Macerata (da poco addirittura migliorato nel Pronto Soccorso ), sia a Camerino per fornire assistenza all’entroterra. San Severino e  Recanati sono in via di smantellamento anche se offrono ancora alcuni servizi sanitari importanti e suppletivi insieme con Tolentino e Treia. L’operazione di concentrazione delle risorse umane, professionali ed economiche ha una lunga e decennale storia di studi, di scontri e di programmazione e quindi appare priva di senso l’idea dell’Ospedale Unico in considerazione dei bacini di utenza che comunque la Sanità pubblica deve presidiare e, semmai, migliorare e mettere maggiormente in rete e qualificare nel nostro territorio .

Se fosse vera e coerente l’idea di un Ospedale Unico o di un Presidio unico per risparmiare risorse e concentrare professionalità non vi è chi non veda che in realtà  si andrebbe alla creazione di un sesto presidio dal costo non inferiore a 300 milioni di euro attraverso il quale non si potrebbe comunque smantellare servizi e strutture dal valore di oltre 500 milioni che sopperiscono alle necessità presenti sul territorio e che sono incomprimibili.

Inoltre ogni zona che fosse stata scelta a Macerata o nella zona centrale della Provincia, avrebbe avuto delle grandissime criticità: Villa Potenza per la scarsa viabilità e per la difficoltà a essere raggiunta dalle zone montane e dal mare; La Pieve per i  20 ettari da espropriare, la vicinanza a una ex discarica e alle puzze provenienti dal Cosmari; la difficile viabilità .

Mettere un ospedale unico nel nostro territorio o significa che la Regione sta decidendo di dare fondo a delle risorse importanti pur in presenza e incurante di un’assistenza carente  o significa che si sta programmando di estendere e foraggiare la sanità privata o l’alta finanza. L’idea del contratto di costruzione in leasing, infatti, non è che uno sperpero assoluto di risorse pubbliche. Anche in altre regioni è avvenuto ma sarebbe come vendere i propri beni per poi prenderli in affitto dall’acquirente: capita spesso di assistere a queste acrobazie gestionali ed ecco perché in pochi anni il debito pubblico nostro, di noi cittadini, è salito di oltre 300 miliardi. Si può ancora andare avanti così o è meglio che ci affrettiamo a cambiare strada?

Noi quindi respingiamo la fantasia onirica dell’ospedale unico in toto in quanto, se non è falsa, nasce con premesse errate e comunque create ad arte per enormi speculazioni finanziarie e politico-elettorali a danno di noi cittadini. Le risorse nella Sanità, e lo dimostrano continue inchieste e arresti per laute tangenti, si risparmiano evitando di dipendere dagli incapaci o dalle persone suddite dei partiti e smantellando urgentemente tutta una oziosa e subdola burocrazia di partito che si è fiondata, si è incatenata e bivacca allegramente alle nostre spalle nelle istituzioni.

Avv. Giuseppe Pigliapoco

25 novembre 2017

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