I Salii, uniti con altri popoli, si sostituiscono al potere dei Romani

Questo scritto è in gran parte tratto (cercando di rendere la Storia non solo pedante) dal libro trentesimo, “Storia d’Italia del medio evo – Troya” – Napoli1844.

 

I Sali di Clodoveo

Teodorico vanta grandi amistà1 e parentadi nelle Gallie; conosce le ambizioni di Clodoveo, sa che i Romani delle Gallie, cristiani, oppressi da Borgognoni e Visigoti, Ariani2, cominciavano a sperare. Intanto Clodoveo si espande nelle regioni dei Barbari oltre il Vaal e il Reno e nelle città rimaste a’ Romani tra la Senna e la Loira. Questo ultimo spazio era il più ambito. Gli Armorici3 si alleano con i Franchi divenuti Cristiani “e tosto dettersi a lui imitati dai Romani stanziati sulla riva settentrionale della Loira”. I Sali di Clodoveo si trovavano così mescolati con “le primiere tribù de’ Franchi e cogli Armorici”.

 

La legge Salica e le conversioni

La legge Salica fu il legame principale tra essi“con vincoli più stretti che non que’ dell’origine comune”(!?) rendendoli idonei “a divenir Salici sotto Clodoveo”. Le conversioni aumentano a dismisura: si narra che nel 497 il solo “San Eleuterio, Vescovo di Tornè, in una settimana sola, avessene battezzato undicimila”. Non si sa quanti spinti dalla convenienza e/o dalla convinzione. Gli uomini non cambiano: quei rudi selvaggi portano alla memoria i tempi della “Balena Bianca”, quando insaziabili Mangiapreti affollavano gli Altari nei giorni delle elezioni. Poi i mangiapreti tornavano mangiapreti e i barbari, barbari. La pietà cristiana sta spesso in ferie.

 

Capovolgimento sociale

Durante il suo regno, Clodoveo (per convenienza?) elargì notevoli benefici al clero e furono nominati Vescovi e Sacerdoti Cattolici, “tenuti in grande considerazione e dignità, se pur Ottimati”4. La Legge Salica, promulgata da Clodoveo e quindi valida per tutti i territori conquistati, aboliva i privilegi di cui avevano sempre goduto i Romani (cives romanum sum) e li relegava al ruolo di Aldii: simile a quello servile dei coloni. Capovolgimento di valutazione sociale che poteva consentire qualche regolamento di conti contro i Romani Possessori. Clodoveo, da accorto politico, in deroga alla legge si arrogò il diritto di nominarli, a suo piacimento “Regi Convitati”: con gli stessi diritti dei Franchi Salii. Clodoveo  ne abusò,  ma si creò alleati  fedeli.  Non tutti i Romani, scelsero di diventare Convitati; se non potevano sperare nella vittoria, aspiravano almeno alla vendetta.

 

La vicenda di Verduno

Clodoveo reprimeva, senza complimenti, per evitare altri tentativi. Per ultimi, i “Romani di Verduno (siamo intorno al 496) tentarono a liberarsi da’ Franchi sulla Mosa”, sicuri della invalicabilità delle robuste mura della loro Città. Clodoveo, che era in marcia alla conquista di nuovi territori verso il Reno, inverte l’obiettivo, piomba su Verduno e con gli arieti attacca le mura che cominciano a sbriciolarsi. I Romani, afflitti per la morte del loro Vescovo Firmino, durante l’assedio, si sentirono persi e senza guida. La moltitudine d’indi si rivolse ad Euspicio, il più vecchio tra Sacerdoti, pregandolo che in tanta lor necessità non volesse abbandonarli, e che anzi aggradissegli d’andarne supplichevole al Re in nome della pentita città. Euspicio va e implora con tanta efficacia ”che Clodoveo ebbe pietà e promise di perdonare. Spalancate le porte, il Clero gli si fece innanzi, cantando lodi a Dio ed al vincitore; il quale, deposti gli sdegni, entrò nella Chiesa e ricevé tutti nella sua grazia. Regali conviti e liete feste si celebrarono per tre dì; poscia Clodoveo manifestò il suo desiderio, che Euspicio succeder dovesse nella Cattedra Verdunese”5. Euspicio declina l’offerta“con tutte le facoltà dell’animo”

 

Euspicio e Massimino

ll Re, molto affascinato dalle virtù di quel grande Parroco, lo pregò di seguirlo dalle rive della Mosa alla Loira. Euscipio accetta e porta anche suo nipote Massimino; “l’uno e l’altro udironsi annoverare fra’ Regi Convitati , e stettero alla presenza di lui… giunsero alla città Orleanese. Il Re non lasciò d’onorare i novelli suoi commensali…, chiamolli, dicendo loro essergli venuto in mente che si fondasse in que’ contorni un Monastero, al quale avrebbero entrambi preseduto. Fu cerco e scelto il luogo di Miciaco6, distante due miglia da Orleans; ivi si edificò la Badia, che videsi ornata con insigni doni e privilegi di Clodoveo, e ne’ secoli seguenti crebbe in rinomanza col nome di San Memino o Massimino”.

 

Il commento finale

Si reputa pleonastico ogni commento: è evidente che, per opportunità e/o per fede, e tutti i Re di Francia, compresi Clodoveo e Carlo Magno, abbiano tenuto in gran considerazione la religione (anche travalicando). Costruirono Chiese e Abbazie. Non tutte possono datarsi dal XIII secolo come da tempo sostiene Medardo Arduino e come sembrano adombrare le recenti ricerche di Unicam.

 

Note a margine

1 – amicizia: l’amistà per diletto fatta, o per utilitade, non è vera amistà (Dante, Convivio); amicizia politica (Tommaseo);

2 – nelle religioni ci sono spesso aspre diatribe: per gli Ariani un solo Dio, per gli altri Uno e Trino;

3 – terre di mare, attuale Bretagna tra Senna e Loira;

4 – originari delle popolazioni conquistate;

5 – questo, forse, fu il primo esempio d’investitura imperiale;

6 – di questa abazia, poi benedettina, si parla anche in “Gallia Cristiana – tomus octavus – Perisiis 1744” e in “Cartulaire de Maçon -imprimerie d’Emile Protat- 1864”.

17 novembre 2017

 

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