Continuiamo questo curioso percorso che si snoda tra chiese e grotte dove il potere curativo delle pietre è stato nei secoli chiamato “miracolo”.
Il potere curativo mediante “attraversamento” (3)
Tanto tempo fa sui Monti Sibillini vi era una grande pietra con un foro in mezzo ove la gente passava per guarire dalle malattie e/o per chiedere aiuto alla Madre Terra. Le donne, in particolare, attraversavano il foro per rimanere incinte e i bambini gracili, consigliati dagli adulti, lo facevano per rinforzare la loro cagionevole corporatura. “La Pietra delle Fate” era efficiente e tutti ricorrevano a essa, poi arrivarono i Benedettini e la distrussero. La gente, però, non si rassegnò a quanto accaduto e i frati guerrieri, per porre fine alle dure proteste e per invogliare le persone a frequentare i nuovi luoghi di culto, ricostruirono il “foro sacro” dentro le chiese.
Queste chiese nelle zone sibilline tutt’ora ne sono fornite:
Chiesa di S. Firmano – Montelupone (Mc)
Il “foro sacro” è tutt’ora in funzione ma le persone, attraversandolo, sono costrette ad ammirare la statua di San Firmano, posta sopra di esso.
Santuario di San Nicola a Tolentino (Mc)
Il “foro sacro” è stato chiuso perché la gente, invece di pregare nella chiesa, chiedeva in continuazione di poterlo attraversare. Questa costruzione è caratteristica perché ha quattro entrate.
Chiesa benedettina di San Ruffino – Amandola (Ap)
Nei sotterranei della chiesa vi sono i resti del culto della Dea Bona, c’è un foro sacro che viene utilizzato tuttora per curare l’ernia (la sacralità del foro è stata “profanata” dall’applicazione di un pannello marmoreo con la scritta Sanctus Ruffinus).
Santuario di Rambona -Ara Dea Bonae Pollenza (Mc)
In questa chiesa il foro non c’è più (o è nascosto) ma, guarda caso, vi è Sant’Amico che cura l’ernia, proprio come il foro della cripta di San Ruffino ad Amandola. Anche qui, nei sotterranei, vi sono i resti del culto della Dea Bona.
Fortezza di Sant’Eutizio – Preci (PG)
C’è un foro sacro che cura le malattie, i fedeli usano infilarsi nel basamento, attraversando il foro dalla parte sinistra del tabernacolo, vi si trattengono per brevi istanti recitando qualche preghiera e col capo e col dorso toccano la pietra che sostiene l’urna con le reliquie del santo, poi escono dalla parte opposta. Questa pratica è tuttora riservata ai bambini il giorno dell’Epifania, e agli adulti in occasione della festa di S.Eutizio, il 23 maggio, perché il Santo li protegga dalle malattie o li guarisca.
Il Monte dell’Ascensione (4)
Il Monte Ascensione si caratterizza, come il Monte Sibilla, in quanto nelle sue viscere ci sarebbe il Regno della Dea: il folklore popolare vuole che questo Monte si sia aperto e poi richiuso per nascondere Polisia ai soldati romani. Ancora oggi ci sono aperture pozzi che permettono di ascoltare Polisia mentre tesse sul suo telaio. Il Monte dell’Ascensione era famoso sia per l’erba santa che gli amanti vi colgono prima del levar del sole, sia per il gettito di pietre che in segno di devozione si fa in una gola del monte, dove Santa Polisia tesse su telaio d’oro con accanto una chioccia e pulcini d’oro. “Entro a sto monte sta Polisìa bella, insieme alla sua giovane donzella; stanno tessendo su un telaio d’oro chioccia e pulcini d’oro intorno a loro: Il sole sorge e giù Polìsia canta: Getta la pietra e cogli l’erba santa”.
Siamo sicuri che i lettori conoscano altre storie di pietre custodi di leggende, a questi chiediamo di renderle note prima che vengano del tutto dimenticate.
(3) fonte Matteucci Giuseppe http://archeosib.altervista.org/Fori_Sacri.htm
(4) fonte www.montedellascensione.it
Simonetta Borgiani
17 ottobre 2017