Durante il mio ottavo viaggio in Egitto, avvenuto nel maggio 2016, con Emanuela e una sua amica architetto, ho visitato una fattoria biologica situata dopo la periferia sud del grande Cairo, lungo la via che conduce a Saqqara. La fattoria “Makar Farms” di Mounir Makar è un’azienda agricola dalla lunga storia. Fu fondata nel 1880 dal suo bisnonno Ezbet Makar Pascià, da allora è sempre rimasta di proprietà della famiglia.
Intorno alla fattoria si forma un villaggio
Attorno si è sviluppato il villaggio Makar che ha pure una fermata del treno. All’epoca le coltivazioni di cotone, grano e ortaggi si estendevano per 300 ettari. I primi sostanziali cambiamenti avvennero verso la fine del 1940 con Georges Makar, laureatosi presso la prestigiosa Università di Agraria di Grignon, in Francia. Fu lasciato il cotone e impiantato un frutteto di susine europee di diversi colori, all’epoca non esistenti in Egitto.
Con Nasser si passa da 300 a 20 ettari
Con Nasser la proprietà si ridusse ai venti ettari attuali; la casa colonica si trovava nella parte di terreno nazionalizzato. Dal 1960 l’attenzione si spostò sulle verdure con l’introduzione di varietà sconosciute al consumatore egiziano (lattuga, scarole, erbe aromatiche come il timo e il dragoncello, ecc.). Si voleva produrre in inverno quello che in Europa era disponibile solo d’estate. Furono introdotti gli ortaggi europei con gli stessi metodi di coltivazione: insalate, indivia, broccoli e cavoletti di Bruxelles. Per gli asparagi, disponibili verdi, bianchi e rossi, è stata favorita la varietà che in Italia cresce in estate e in Egitto in inverno.
Hotel e ristoranti i clienti
I maggiori clienti erano gli hotel e i ristoranti più importanti della città. Si curava molto la qualità, più della quantità. Nel 1991, scomparso il padre, Mounir, bancario ed economista, passò alla direzione dell’azienda di famiglia. La forza attuale è introdurre ogni anno uno o due prodotti nuovi dall’estero, per far scoprire in cucina nuovi sapori e odori. Oggi l’assortimento di verdure ed erbe di quest’azienda difficilmente si trova lungo il Nilo. Con il timo fresco, l’erba cipollina, il basilico, il dragoncello si possono preparare piatti sofisticati e non poteva mancare la rucola! La varietà che si produce è la “feuille d’olive”, originaria della Francia.
Coltura idroponica
Per alcune varietà è stata introdotta la coltura idroponica e per altre si sta sperimentando. Con questa tecnica la produzione di un metro quadrato equivale a 20 metri quadrati sul terreno aperto, il ciclo è molto più breve si risparmia un terzo del tempo. La compagnia tedesca Ceres e l’americana Usda Organic certificano la produzione biologica, i controlli sono semestrali; nella fattoria non si usano prodotti chimici, pesticidi né erbicidi. Contro gli insetti si usano la confusione ormonale e trappole di due tipi. A volte i parassiti possono far perdere il raccolto, come la Tignola del pomodoro (Tuta absoluta) che si riproduce velocemente: ognuna fa 300 uova al giorno. Mounir ha due tipi di clienti: gli alberghi principali, per i quali cerca di evitare che importino dall’estero, mantenendo un prezzo ragionevole. Sta sviluppando la vendita ai supermercati e ai negozi, a causa della crisi del turismo. La fattoria è vicina al Cairo e ogni mattina alle ore 10 si compiono le consegne con i camion refrigerati. A richiesta si consegna anche a domicilio. Anche qui la fiducia tra il produttore e l’acquirente finale è importante.
Tecnica di vendita per i prodotti nuovi
Quando il prodotto è nuovo, lui lo vende a metà del prodotto importato. La concorrenza è forte anche nel biologico; appena introduce un nuovo prodotto/sistema gli altri lo copiano. Alcuni concorrenti nel biologico non rispettano tutti i parametri. Oggi nell’accogliente fattoria anche i privati cittadini e le italiane dell’ex ADIC sono clienti fissi; vi lavorano circa 110 persone del luogo, il 30% sono donne. Con le colture idroponiche ci sarà più bisogno di personale femminile. La Makar Farms ha una squadra di tecnici e dodici persone in amministrazione. I problemi più grandi sono i black-out: l’energia elettrica è indispensabile per pompe e ventilatori. L’acqua per irrigazione è pompata da 42 metri di profondità, ben al di sotto il livello del fiume Nilo.
Battaglia vinta contro lo scetticismo
Mounir mi espone alcuni aspetti della gestione della sua azienda, come l’introduzione di moderne tecnologie, l’utilizzo di manodopera egiziana alla quale sono stati insegnati l’uso di nuovi strumenti e di nuove tecniche. All’inizio ha dovuto combattere contro lo scetticismo, ma poi ha saputo coinvolgerli ed è fiero di dire: “Il successo è stato merito loro”. È riuscito a trasformare dei Fellahin (contadini egiziani) in moderni agricoltori del biologico. Sono stati creati posti di lavoro per la gente del luogo, i lavori dalla semina alla consegna sono svolti dal personale interno, rinsaldando la coesione del villaggio. Mi sono meravigliato che in questa fattoria non si producessero meloni e cocomeri, a me molto graditi, alla mia domanda Mounir ha risposto che per quei prodotti il mercato e già saturo. Perché l’Egitto e la sua gente lo merita, sia io che Mounir auspichiamo il miglioramento del trend turistico che porterebbe più soddisfazioni all’azienda e alle maestranze.
Eno Santecchia
23 settembre 2017