Ricordo tanti anni fa, quando io ero un giovane attore di belle speranze, il tema passatista di una delle prime commedie recitate in piazza dal sapore premonitore. Il titolo l’ho dimenticato ma l’argomento era quello della burocrazia e delle tasse che strozzano ogni iniziativa e costringono l’uomo a elemosinare il suo pane. Un villico che voleva farsi un pollaio per sé e la famiglia, in un ipotetico medioevo, si recava dal ciambellano tributario per la necessaria autorizzazione ma la domanda veniva respinta per mancanza dei bolli. E il villico: “Ma no, ma no i polli ci sono e anca le galline…”. Al che visto che il pollaio era già stato posto in atto il buon ciambellano comminava l’inevitabile multa al contadino per non aver ottemperato alle norme “tassative” del reame…
Quelli erano anni in cui il comunismo ancora resisteva a Cuba, in Russia e in tutti i paesi dell’est Europa ma la propaganda democristiana spiegava al volgo “che i comunisti non sono democratici, fanno votare solo per liste prescritte, e inoltre non consentono la proprietà privata, un povero cristo non può possedere nemmeno la casa in cui abita…”. Per non parlare poi delle storie trucide di bambini cucinati a fuoco lento…
Poi il comunismo cadde. Finalmente tutti liberi e padroni della propria esistenza? Macché, macché… dopo qualche anno di “sesso droga e rock and roll” ecco che la democrazia occidentale mostra la sua vera faccia.
Le elezioni libere con le preferenze sono state abolite, si vota solo per i partiti con liste bloccate, con la scusa della “governabilità” si concede il premio di maggioranza che consente a una minoranza, prestabilita, di governare senza opposizione alcuna. Per non parlare poi della proprietà. Questa parola resta solo nel vocabolario ma di fatto è abolita (almeno per i singoli, continua a esistere solo per le banche e le multinazionali). I risparmi custoditi in banca possono essere sequestrati in qualsiasi momento senza avviso alcuno, tutti i servizi sono a pagamento, le pensioni per i lavoratori scompaiono, il lavoro è “liberalizzato” (ovvero reso precario e sottopagato)… ecc.
Ma in questo momento di “crisi” il governo, nominato ma non eletto, per mantenersi al potere ha bisogno di ulteriori tassazioni necessarie a soddisfare altri interessi, partitici o di altro genere sotto-governativo (compreso l’acquisto di armi e il pagamento di prebende e buonuscite ai capataz). Da qui l’idea di aprire le porte a una nuova categoria di burocrati: gli inventori/estensori di nuove tasse.
Sarà questo un nuovo filone lasciato sinora vuoto dai burocrati?
Cioè… considerando che tutti i beni tassabili: acqua, terra, casa, cibo, carburanti, etc. sono già abbondantemente gravati da imposte dirette e indirette, l’unico bene tassabile rimasto “libero” è l’aria. Si può prevedere che il buon governo nominato prolungherà sine die il suo mandato per definitivamente ottemperare a questa carenza strutturale?
Domanda lecita: come faranno? Studieranno un “ariometro” per calcolare il costo di ogni respiro da imporre ai cittadini italiani. Ovviamente si predisporranno misure coercitive di pagamento e per i morosi e gl’inadempienti è prevista l’ammenda finale, eufemisticamente chiamata… “ultimo respiro”!
Paolo D’Arpini