A Macerata, nel monastero di San Tommaso, poi denominato di Santa Chiara, risalente almeno al 1355, si trovava con “vari rottami di marmo” una lastra di marmo con sopra questa iscrizione:
P.TR.CLOD. SEIS GR. F. ETTI
D.S.P.
SALVIVS ET HILARVS
P…
Tale oggetto, spostato una prima volta nel 1740 all’interno del monastero, nel 1749 fu portata nel palazzo comunale. Poi scomparve. Verso il 1960 la lapide fu ritrovata, era stata utilizzata come chiusino di una fogna, nei pressi di viale Martiri della Libertà! Al di là della vicenda farsesca, perché è interessante quella iscrizione? Ebbene, il nome SALVIVS è Salvius oppure Saluius? La differenza non è di poco conto e fa parte di quei tasselli in grado, se ben ricomposti un po’ alla volta, di cambiare la storia.
29 aprile 2017