La copertura dello Sferisterio è un leit motiv ricorrente con una motivazione alla base: allungare il tempo di utilizzo della struttura, magari diversificando e aumentando le occasioni di spettacolo. È un vecchio pallino di Anna Menghi da quando era Sindaco e oggi, stimolata dalla recente idea di coprire l’Arena di Verona, lo ha pubblicamente riproposto in una veste tecnicamente aggiornata rispetto a quella di allora (se non ricordiamo male avrebbe dovuto essere una specie di ventaglio che all’occorrenza entrava e usciva da dietro il muro di quinta, o qualcosa di simile). Il nuovo progetto, ideato dagli ingegneri Margherita Giampaoli e Francesca Parignani, non si limita alla sola struttura dello Sferisterio ma interessa una zona più allargata, a comprendere una parte della rotatoria di piazza Nazario Sauro e l’adiacente viale Diomede Pantaleoni. In pratica lo Sferisterio rimarrebbe intatto ma inserito in una sorta di gabbia aperta con sopra, a copertura, pannelli mobili fonoassorbenti e isolanti, anche questi destinati a scomparire, qualora non dovessero servire, lungo il muro di quinta. Un progetto dal costo di 4 milioni di euro. Fattibile? Sì. Ma con tante incertezze: acustiche, economiche, burocratiche, politiche e, non ultimo, impatto visivo… troppe.
È per queste incertezze che nel numero cartaceo de La rucola n° 225 in edicola a febbraio (in uscita anche nel sito in questi giorni) abbiamo ironizzato, inserendo questa foto accompagnata da un breve articolo.
14 aprile 2017