Macerata e i suoi santi protettori

Tempi duri, scossi da crisi e scosse… si chiede aiuto e ci si appella anche ai santi protettori. In Italia non c’è città o paesetto che non abbia il suo santo Patrono e Macerata non fa eccezione, o forse sì… perché, per chi non lo sapesse, Macerata di santi a protezione ne ha più d’uno. Purtroppo siamo anche in periodo di crisi spirituale, non c’è più la devozione di un tempo, per cui è bene rinfrescarsi la memoria per poter, almeno chi vorrà, appellarsi al santo preferito, che ci aiuti. Dunque… i santi Patroni più venerati e conosciuti sono due: San Giuliano Ospitaliere e la Madonna “Mater misericordiae”. Poi ci sono i Compatroni: San Leonardo, San Felice, San Pietro Martire, San Filippo Neri, San Diego e San Vincenzo Maria Strambi. Macerata ha un totale di otto protettori! Certamente questi sono protettori spirituali, e infatti sono santi. Il fatto è che oggi servono anche protettori materiali… ma costoro sono viventi, poco in odore di santità, bazzicano Roma e, come dice il Manzoni… sono in tutt’altre faccende affaccendati. Lasciamo da parte le “cause perse” e torniamo ai nostri patroni. Di San Giuliano si ha una prima menzione da un monaco benedettino (800 d.C.), Usuardus, di stanza nell’abbazia di Saint Germain des Prés a Parigi, poi c’è la leggenda, il suo peregrinare fino alle sponde del Potenza nel Piceno dove divenne traghettatore e ospitatore di pellegrini fin che morte lo raggiunse. Di lui rimase, come reliquia, il braccio sinistro, nascosto nel 1377 alle incursioni dei barbari e ritrovato nel 1442 magno cum gaudio dei maceratesi, ancor oggi conservato. Certo è che il culto di San Giuliano è legato alle origini di Macerata, infatti a lui era dedicata l’antica Pieve risalente all’VIII o al IX secolo. Fu nel 1447 che il Comune e il popolo maceratese acclamarono Maria Santissima, con il titolo di Madre della Misericordia, Patrona della Città. In quell’anno una pestilenza stava decimando la popolazione tanto che i vivi non erano in numero sufficiente per seppellire i morti. Si implorò l’aiuto della Madonna contro il flagello, si eresse una chiesina in suo onore in 24 ore e la Mater Misericordiae non deluse i suoi fedeli liberando Macerata dal terribile morbo. Per sottolineare ancor più la loro devozione i maceratesi nel 1952 proclamarono Macerata “Civitas Mariae”. Compatrono è San Leonardo Confessore, apostolo dei carcerati, eletto da Macerata perché nel giorno della sua festa, ricorrenza che cadeva il 6 novembre 1377, la città fu liberata dall’assedio delle truppe di Rinalduccio da Monteverde, fermano, e del conte Luzzo, tedesco. Molto simile è la storia di San Pietro Martire, domenicano e predicatore, ucciso dagli eretici nel 1252 e acclamato Patrono di Macerata quando fu liberata dal dominio tirannico dei Duchi di Varano il 29 aprile del 1383, giorno della festa del santo. Risulta dagli Statuti Municipali che per lungo tempo, ogni anno, se ne celebrava la festa con solennità. Una memorabile vittoria i maceratesi la riportarono contro le truppe ghibelline del Conte di Carrara che aveva occupato la città e l’impresa avvenne il 12 ottobre 1394, giorno della festa di San Felice Vescovo e Martire africano. Elevarlo a Compatrono fu un segno di gratitudine per la grazia ricevuta e annualmente se ne celebrava la festa con il canto delle Litanie e una solenne processione. Diversa è la storia della nostra città con San Filippo Neri verso il quale i maceratesi ave-vano grande devozione, tanto che la prima chiesa dedicata al Santo, in tutto il mondo, fu eretta proprio a Macerata nell’anno 1624 a metà dell’attuale corso della Repubblica. Fu proclamato Compatrono dal Consiglio di Credenza il primo dicembre del 1674. Era invece fratello laico dei Frati Minori San Diego Confessore, spagnolo, umilissimo e caritatevole operò molti miracoli in Italia. La sua elezione a compatrono derivò dal fatto che a Macerata imperversava la peste; era l’anno 1740 e la città fu liberata dal flagello, dopo intense preghiere, proprio il giorno della festa del santo, il 12 di novembre. Da ultimo, in ordine di tempo, abbiamo San Vincenzo Maria Strambi, Vescovo di Macerata dal 1801 al 1823. Il suo corpo tornò in città, da Roma, nel 1957 e per l’occasione Papa Pio XII lo dichiarò compatrono delle diocesi di Macerata e di To-lentino, stabilendo che la sua festa venisse celebrata nell’ultima domenica di settembre.

08 marzo 2017

A 12 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti