Tra boati e scuotimenti è esplosa una nuova guerra, innescata dai terremoti. Pattuglie di coraggiosi la stanno combattendo a favore del nostro martoriato territorio. Combattono per salvare la nostra storia e le nostre eredità culturali contro il passato imprevidente e il presente di chi trae profitto dalla situazione. È una corsa contro il tempo e contro le sempre presenti scosse. Elmetti gialli in testa, che siano Carabinieri, Vigili del Fuoco, Finanzieri o Volontari, sono tutti eroi, che rischiano per portare in salvo quella preziosa ricchezza fatta di opere d’arte, sconosciute ai più ma che stanno lì a testimoniare la grandezza, nei secoli passati, di un territorio. Ma sciacalli sono in agguato, pronti a deviare le opere migliori verso Ancona, non paga di aver già “depredato” dei reperti Pupuni e Piceni i luoghi dove i preziosi oggetti erano sepolti. Eppure, come sempre, dal male potrebbe nascere il bene, purché che ci siano volontà e lungimiranza. Vale a dire: fatta la brutta esperienza si prega di non ripetere gli errori del passato. Basta pietra e cemento ma favorire l’uso del legno per la realizzazione di abitazioni basse: è ora di prevenire. La paura del sisma ha allontanato le persone dalla fascia pedemontana e per evitare lo spopolamento con le sue negatività per la natura e per l’economia, è necessario riattivare il sistema sia per i canali classici di allevamento, agricoltura (prodotti enogastronomici tipici) ma pure attraverso il turismo e la cultura. Il turismo è dato da un insieme di elementi tra cui è importante l’apporto della cultura, cioè il ripristino ragionato delle opere d’arte, per ora messe in salvo, speriamo non “trafugate”. Non è pensabile continuare come è stato fatto fino a ora, lasciando un patrimonio incalcolabile in balia di tutti, terremoto compreso, in chiese troppo indifese. Le opere devono restare nei luoghi di origine, in una struttura museale idonea a contenerle in sicurezza e fruibili da tutti. Tanti tesori sono stati, per così dire, “scoperti” dal sisma in quanto non era possibile visitarli. Renderli visibili a tutti è fondamentale per il rilancio delle località da ricostruire. Da una grande disgrazia può e deve nascere un modo diverso di porsi agli altri e una nuova visione di vita. Dei vecchi borghi medievali resterà il ricordo in foto e filmati che saranno parte dei musei, non si deve rischiare la vita delle persone per ricostruire con materiali e metodi che nei secoli han causato lutti e devastazioni. Ci vogliono coraggio e lungimiranza. Oggi il coraggio ce lo mette chi porta in salvo persone e cose ma è ora che il coraggio venga anche da chi governa la nazione.
Fernando Pallocchini
Foto: “Scherza coi fanti ma lascia stare i santi” scattata da uno degli “eroi” di cui sopra, l’arch. Luca Maria Cristini.
31 dicembre 2016