Unitalsi

Il mio è un diario del giorno 8 ottobre 2016. Quindi molto recente. Tanto recente che questa mattina , 9 ottobre, fresco e impressionato, spontaneamente mi sono messo a scrivere . Premetto di avere ricevuto dalla Parrocchia di San Francesco di Macerata, un invito a partecipare a una funzione religiosa alle ore 16, una occasione per incontrare anziani, disabili , parenti , amici etc.  Questo invito speciale è nato per iniziativa del parroco, P. Marco, quale inizio della festa di San Francesco. Brillante, intelligente iniziativa che ha creduto di usare una chiave antica per aprire una porta vetusta, da tempo scardinata, ma che, una volta aperta, ha fatto entrare aria nuova. Ha teso il braccio per sollevare degli anziani, gli ultimi, relegati ai margini, spesso considerati interdetti, anche se non lo sono. Permettetemi di aggiungere di più. Considerando che le gambe della  maggior parte dei partecipanti, per forza maggiore, non erano più atletiche, P. Marco ha bussato all’uscio dell’Unitalsi per chiedere un aiuto gratuito per assistere quelli che ormai maratoneti non lo sono più. Devo ammettere di non aver saputo dell’esistenza di questa associazione se non molto limitatamente (soprattutto legata a Lourdes ), fino a quando ho avuto, con questa occasione, un “incontro ravvicinato”.  Non ne conoscevo la vera grandezza, lo spirito, la vitalità intima. E nel breve tempo ho potuto rendermi conto, dal mio piccolo osservatorio, di una realtà molto speciale, illuminata da una luce immensamente nuova, a me sconosciuta. Osservando questi uomini  e donne, essi sono volontari che si spendono con generosità. Tutti indistintamente, solerti, di poche parole, ma di tante attenzioni, cortesi, affabili, di una gentilezza invidiabile. Ma soprattutto ciò che mi ha colpito è stato l’atteggiamento umile. Là dove ero seduto, in Chiesa, si è avvicinata una volontaria dell’Unitalsi che subito si è presentata: “Mi chiamo Antonietta Di Donato e lei?” ho risposto: “Walter Filoni”. Lei, con un sorriso: “Ora Walter ti presento il nostro Presidente”: ho stretto quella mano sentendomi onorato. E il Presidente: “Mi chiamo…”, pronunciando il nome, non il cognome, come per nascondere la forma più rappresentativa. Mi sono sentito veramente onorato. È proprio vero che l’umiltà costituisce una esaltazione; una vera lezione di vita. Ma anche gli altri, osservandoli, tutti alla pari del presidente. Bravi, intelligenti, sobri nelle loro azioni, sorridenti, disponibili a tal punto da suscitare in me una profonda commozione. Una commozione da suscitare un impatto di ammirazione tale da rimanere estasiato. Nel prossimo mese di novembre la nostra cassetta postale sarà riempita d’innumerevoli richieste di aiuto, di provenienza diversa, tante, forse troppe. Mancherà, fra queste, quella dell’Unitalsi. Perché mancherà? è presto detto. Venire a conoscenza  dello spirito che anima questa forma di volontariato è come avere aperto uno scrigno contenente una gemma d’infinita grandezza della quale non si contano i carati, è un tesoro di una luce penetrante che illumina il cuore per sempre. A loro sì, ogni aiuto generoso, perché è proprio vero sono dei volontari, ma anche “angeli della carità”. Grazie P. Marco che mi hai procurato, con la tua iniziativa, una sì grande gioia.

28 dicembre 2016

 

A 5 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti