Giacomo Mancinelli fotografia e auto d’epoca

Sin dalla nascita la fotografia ha cercato sempre di rappresentare ed enfatizzare il bello. Giacomo Mancinelli, di Francavilla D’Ete (FM), sin da ragazzo ha avuto sempre tanti interessi: modellismo, collezionismo, fotografia e auto d’epoca. A 14 anni già si dedicava al modellismo statico: navi e aerei. Costruì l’Amerigo Vespucci, uno sciabecco francese, la Santa Maria, il Bounty delle dimensioni di 70 -100 cm. Durante gli anni giovanili si appassionò anche alla filatelia e alla numismatica. Il gusto di collezionare banconote e monete della nostra Repubblica nacque da un motivo particolare: la banconota da 500mila lire della Banca d’Italia, che ebbe scarsa circolazione e ancor meno notorietà e, per il suo grosso taglio, probabilmente fu più apprezzata da chi riciclava o esportava valuta clandestinamente; Giacomo rimase affascinato dall’incisione del verso, il famoso affresco della Scuola di Atene con i due filosofi Aristotele e Platone, il cui originale si può ammirare all’interno del percorso dei Musei Vaticani. Riguardo la sua passione per la fotografia, intorno alla metà degli anni Sessanta acquistò una fotocamera italiana Closter con un obiettivo fisso che pagò 4.000 lire; poi, in occasione della luna di miele nel 1977, comprò una giapponese Petri con obiettivo intercambiabile e telemetro. Insieme con un amico, così, iniziò la passione per la fotografia. Attrezzatosi di camera oscura, vaschette e ingranditore sviluppava e stampava le foto in bianco e nero in proprio. Diventò fotoamatore evoluto partecipando ad alcuni concorsi e vincendo a Corridonia, Macerata, Recanati, Orciano, ecc. Si dedicò a foto naturalistiche, fiori, insetti e particolari macro. Negli anni Novanta lasciò la partecipazione a concorsi fotografi-ci perché contrario alle manipolazioni e alle modifiche al computer, in quanto riteneva più autentiche le foto scattate, sviluppate e stampate. Ancora oggi si discute di fotoritocco e postproduzione.

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Ora è passato al digitale, tuttavia, tenendo in mente l’analogico, disdegna le manipolazioni e ritocca solo pochi parametri: contrasto, luminosità e ritaglio. Mi mostra alcune grandi, interessanti foto (30 x 45 cm): un tramonto infuocato da Francavilla verso i monti Sibillini, un campo di girasoli, particolare di un girasole con  un’ape che  si nutre e impollina,  particolari di tronchi d’olmo con foglie morte, spighe di grano in bianco e nero. Le nevicate del 2012 su alberi di acacia lungo la strada maceratese che da Francavilla conduce a Corridonia sembrano una lastra d’argento, infatti sono stampate su carta metal Fuji. Pregevole il ritratto di una partecipante alle finali regionali 1996 di Miss Italia a Civitanova Marche. La ragazza fu scelta per le finali di Salsomaggiore Terme l’anno che vinse la dominicana Denny Méndez. Giacomo ama i ritratti e i nudi per i quali usa due obiettivi: un 100/2 e un 135/2.8 Canon. Partecipò a più workshop organizzati da un fotografo maceratese sul nudo. Se si vuole il nudo artistico, quel tipo di fotografia non è semplice come sembra, perché può degenerare in fotografia porno. Oltre all’occhio creativo del fotografo, sono la luce, la posizione della modella e l’ambientazione a stabilire la buona riuscita dell’immagine. Un’altra passione di Giacomo sono le auto d’epoca. Negli anni Sessanta i neopatentati ambivano guidare le spider, ma non avendo le possibilità economiche tanti erano costretti ad accontentarsi della 500. Negli anni Novanta mentre guidava, vide una Fiat X1/9, gli prese il desiderio di acquistarne una. La trovò a Tolentino, era in buono stato, ebbe bisogno solo di piccoli restauri; la possiede tuttora, insieme a una 500 L del 1971 che ha pesantemente restaurato da solo. In comproprietà con Alberto Bracalente possiede una Citroën 5HP Cabriolet del 1926 (importata) con carrozzeria di legno e telaio di ferro. È ancora in pezzi e aspetta di essere rimontata! Dal 1995 al 2005 ha partecipato, con la X1/9, alle semifinali miss Italia a San Benedetto del Tronto, le circa 200 candidate salivano sulle auto d’epoca (circa 170) e sfilavano sul lungomare da Porto d’Ascoli alla rotonda di San Benedetto del Tronto. Un tratto della famosa Riviera delle Palme, in quei pomeriggi affollatissima. Durante quelle sfilate, in veste di fotografo e autista, conversando con le ragazze, seppe delle loro aspirazioni, sogni e desideri. Alcune partecipavano per ambizione personale, qualcuna per il gusto di prendere parte ai vari concorsi che si svolgevano da marzo a settembre e altre spinte dalle famiglie. Ambiziose aspirazioni difficili da concretizzare: la vetta della bellezza è dura da scalare e non tutti i sogni si realizzano. La foto “Riflessi”, scattata nei primi anni Ottanta lungo il torrente Fusa, affluente dell’Ete Morto, ha vinto un concorso a Monsampietro Morico. Nel settembre 2012 Giacomo Mancinelli espose i suoi scatti nella mostra “Colori e forme della natura” nel chiostro di Sant’Agostino di Montegiorgio, ottenendo un buon successo di pubblico e di critica. Oggi vorrebbe di nuovo dedicarsi al bianco e nero.

06 dicembre 2016

 

 

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