“Azione in Movimento” invita a votare NO al referendum di modifica Costituzionale che si terrà domenica prossima 4 dicembre.
Premesso che questa riforma è stata avallata in prima istanza da una maggioranza parlamentare dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale, va ricordato che in combinazione alla nuova legge elettorale (Italicum) produrrebbe una sproporzione enorme tra maggioranza e opposizioni, considerando il fatto che, a causa di un premio di maggioranza smisurato dopo il ballottaggio, un partito minoritario nel Paese avrebbe il 55% dei Parlamentari.
Detto questo indichiamo sinteticamente nel merito le nostre ragioni del NO.
Diciamo NO perché invece di semplificare questa riforma moltiplica i procedimenti legislativi incrementando una grande confusione tra le competenze di Camera e Senato, senza superare affatto il bicameralismo perfetto (sono ben 22 le categorie di norme che restano bicamerali) creando inoltre conflitti tra Stato e Regioni.
Diciamo NO perché non riduce quasi di niente i costi della politica e riteniamo sarebbe bastato dimezzare i Parlamentari e tagliare le indennità.
Diciamo NO perché i 100 nuovi Senatori, che godranno di immunità parlamentare, saranno scelti dai partiti tra Consiglieri Regionali e Sindaci, togliendo così la possibilità ai cittadini di votarli direttamente e democraticamente.
Diciamo NO perché triplica (da 50.000 a 150.000) le firme necessarie per i disegni di legge di iniziativa popolare e porta a 800.000 le firme necessarie per proporre quesiti referendari.
Diciamo NO perché non è una riforma innovativa e conserva, anzi rafforza, il potere centrale a danno delle autonomie che vedrebbero diminuire i propri mezzi finanziari mentre le cinque Regioni a statuto speciale (spesso folli centri di spesa e spreco) saranno più forti di prima.
Diciamo NO perché con tale riforma si sottrae potere ai cittadini, si umilia il Parlamento e ci si piega sempre di più dal volere dell’Unione Europea, mortificando quindi la sovranità popolare.
Diciamo NO perché non si accorciano i tempi, in media molto brevi, dell’iter legislativo, che al contrario si complica e si allunga. I possibili procedimenti legislativi, che oggi sono soltanto due (quello ordinario e quello costituzionale) diventerebbero addirittura dieci e i Senatori part-time divideranno il loro lavoro settimanale tra alcuni giorni dedicati alle funzioni legislative e altri riservati agli impegni nei Comuni o nelle Regioni.
Questi sono i motivi principali per cui “Azione in Movimento” è contrario a questa riforma pasticciata, al di là dell’aspetto politico o di parte.
Domenica prossima dobbiamo tutti andare a votare per salvaguardare la democrazia e garantire la nostra libera voce domani.
Simone Livi, Segretario Politico
01 dicembre 2016