Da un incontro in occasione di un evento culturale di qualche tempo fa, tra Alberto Morresi, presidente del Centro Studi San Claudio al Chienti, e Francesco Venturi presidente della Società culturale “Arnaldo Fortini” di Assisi, è nata tra le rispettive associazioni una amichevole relazione. La Società assisiense è attiva dal 2012 per iniziativa di 44 soci fondatori ai quali si sono aggiunti molti altri, di ogni età e delle più svariate esperienze lavorative e culturali. Gli intenti sono cultura, svago, solidarietà. Nella magnifica sede di palazzo Vallemani, al centro di Assisi (locale concesso dal Comune, e arredato a cura dei soci) ci sono spazi per leggere, per assistere in maxischermo a programmi tv e film, bar, sala conferenze, la cucina e un salone che viene adibito di volta in volta a palestra, sala ballo e sala da pranzo per affollate cene. Nel nutrito programma di eventi, è stato inserito sabato 26 novembre scorso, un incontro con il prof. Giovanni Carnevale, il noto “padre” della teoria della “Aquisgrana in Val di Chienti”, invitato con il Centro Studi San Claudio per esporre una sintesi della sua storia e dei suoi studi, toccando brevemente anche l’argomento “San Francesco”, più volte citato anche dagli altri ricercatori per le sue presunte origini marchigiane, per la sua presenza ripetuta nella nostra regione, per l’elevata concentrazione di monasteri francescani nelle Marche.
Un esempio su tutti l’analisi del famoso Fioretto XIII, dove si racconta che Francesco partì insieme con frate Masseo per la Francia, e mentre erano in questa “provincia” decisero di recarsi a Roma, dove si fermarono a pregare nella chiesa di San Pietro e Paolo, dopodiché, ripartirono decidendo di fermarsi in terra di Spoleto senza tornare in Francia. Tutto ciò in un giorno, a piedi, e con qualche tozzo di pane come riserva di viveri. Il racconto è verosimile se per Roma si intende Urbisaglia (chiamata Roma nella memoria popolare del territorio maceratese), se per San Pietro si intende la chiesa di Corridonia, e per Francia il territorio piceno. Al sempre coinvolgente racconto di Don Carnevale, si è aggiunto un intervento di Diego Antolini, portavoce del Gruppo The X-Plan, (autore nei mesi scorsi di vari articoli su luoghi e storia delle Marche per conto delle riviste “Enigmi” ed “Enigmi della Storia”), il quale dopo aver sottolineato il suo appoggio alla teoria e alla sua divulgazione, ha espresso un accorato appello alla collaborazione tra i ricercatori, punto debole dei non accademici sostenitori dell’Aquisgrana trafugata.
All’incontro ha partecipato un pubblico numeroso, che dopo le prime perplessità ha ascoltato con interesse spiegazioni e racconti, proseguiti nella cena conviviale tra i Membri del Centro Studi San Claudio e la Società Culturale “Arnaldo Fortini”. Oltre all’interesse per la Storia medievale e antica, ci accomuna ad Assisi la storia più recente, l’esperienza terremoto, che segnò fortemente la città nel sisma del 1997. Il loro centro storico venne fortemente danneggiato, gli abitanti si trasferirono a valle, e dopo le ristrutturazioni e i restauri solo 700 persone su circa 3500 ritornarono nelle loro vecchie case, che ora sono adibite a case-vacanza per turisti, di fatto lasciando semivuota la città. E stiamo parlando di Assisi, che ha dalla sua una notorietà consolidata da secoli, e passato il momento di paura ha comunque ripreso le attività legate al turismo artistico/religioso.
Lo scenario che fa venire in mente è delle piccole città e della miriade di contrade del nuovo “cratere”, desolatamente abbandonate e con il rischio di non venire più ricostruite. Dipenderà dalla nostra convinzione e dal sostegno di chi ci governa, far riaccendere l’attaccamento e l’interesse verso i tanti santi che abbiamo anche noi, ora coperti di polvere e alla mercé di trafficanti che non disdegnano di rubare qualche testa, quando non possono portar via tutta la statua…
Simonetta Borgiani
28 novembre 2016