Il profeta

“Restate l’uno accanto all’altro, ma non troppo. Le colon-ne del tempio s’ergono separatamente fra loro. La quercia e il cipresso non crescono l’una nell’ombra dell’altro…” (da Il profeta di R. Gibran). Giusta raccomandazione… forse, con questi consigli anche il recente sisma avrebbe potuto essere meno catastrofico… Ma nel vissuto quotidiano, il tempo, per l’uomo, incalza e lo porta a decisioni impulsive purché realizzabili in fretta! Eppure sarebbe teneramente saggio e dolce soffermarsi a sognare.. sulla riva d’un ruscello che scorre gorgogliando! Sognare e dimenticare il dolore che il tempo ha regalato, lasciando solo le orme silenziose del suo passaggio. Anche W. Shakespeare si rifugia nell’aiuto del Sogno per dimenticare: abbandoni, tradimenti e ambiguità… e così scrive nel n.87 del suo Sonetto: “Ti ho posseduto come nell’illusione di un sogno: un Re nel sonno, ma ben altra cosa sveglio…”. L’illusione del Sogno, quella divina sensazione di essere paghi d’ogni cosa, di non desiderare nulla, perché la propria mano stringe e contiene il “Tutto!”. Ma ecco il brutto risveglio alla realtà ove il tutto è invece una fallace chimera, una nascosta ipocrisia! E come nella favola della “Volpe e l’uva” fingiamo che nulla c’interessi, perché non riusciamo mai a raccogliere quell’uva irraggiungibile… “Nondum matura est, nolo acerbam sumere”.

26 novembre 2016

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