Intervista a Maurizio Boldrini

Il 31 ottobre inizieranno le lezioni del 34° anno di corso della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione, le iscrizione dei neo allievi si ricevono ancora per una settimana nella sede del Minimo Teatro in borgo Sforzacosta 275, tel. 0733 201370 – 347 1054651.  Coloro che si iscrivono spesso arrivano al Minimo semplicemente mossi dal desiderio di saper pronunciare bene le parole o di apprendere le dinamiche del linguaggio teatrale, in realtà si scopriranno protagonisti  di un percorso conoscitivo affascinante per unicità metodologica e visione estetica capace di ribaltare la percezione anche di chi fosse assuefatto alle forme della mediocrità. La scuola del Minimo, al di là della sua tranquillizzante etichetta, conduce gli allievi alla pratica delle ricerche più ardite nell’ambito del linguaggio teatrale, tanto da sconfinare in altri ambiti culturali e scientifici.

 

Alcune domande al direttore Maurizio Boldrini

 

Quali sono le novità per il 34° anno di corso?

Direi nessuna novità, nel senso che è nella normalità del viaggio saper leggere le carte e conoscere le metodologie di viaggio, tale maestria consente di scoprire quotidianamente ciò che il giorno prima non si sapeva, la novità quindi è all’ordine del giorno, ma il giorno prima non la sappiamo. Le novità, quindi, saranno quelle che gli allievi sapranno realizzare.

Allora quali sono state le novità appena passate?

Per brevità, una a esempio. Lo scorso anno, studiando le dinamiche di Carmelo Bene, al di la delle aspettative, ci siamo ritrovati alla sorgente acustica delle parole. Siamo stati in grado di fissare un vocabolario tonale che potrà essere di riferimento, oltre che per noi, per quanti desiderassero apprendere il tono primo di singole parole.

La dizione, le lettura, la recitazione diventano quindi espedienti di elaborazione altamente specialistica.

Non vorrei dare l’impressione di chissà quali capacità intellettive siano necessarie per partecipare alle lezioni. I nostri allievi sono normalissime persone che stanno al gioco e lo rilanciano, la scuola del Minimo può apparire all’esterno una scuola molto particolare, se così è, ciò deriva dal fatto che le scuole “normali” si sono dimenticate, appunto, di essere “normali”, cioè di aprire alla conoscenza. In sostanza il Minimo è speciale perché testimone di una “normalità”ormai  perduta.

Qual è l’attenzione della città per questa scuola “normale”?

Se intende l’attenzione dei Maceratesi direi  che è come quella di altre cittadine e dei paesi  limitrofi, i nostri allievi provengono da tutto il territorio. Se intende dell’Amministrazione, solo un dato, saranno ormai una decina d’anni che il Minimo Teatro è l’unica realtà teatrale cittadina a non ricevere nemmeno un euro di contributo, nemmeno la promozione  di un nostro  spettacolo, un record, che rimarrà negli annali comunali.

Patrizia Mancini

25 ottobre 2016

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