Il terribile terremoto del 24 agosto scorso ha riaperto vecchie ferite che oggi bruciano più che mai sulla pelle dei cittadini maceratesi. Il riferimento è alla situazione in cui versano tante strutture scolastiche della nostra città. La lista civica “Macerata nel cuore” si era occupata della delicata questione per tutti e 5 gli anni del primo mandato Carancini, ora siamo al secondo mandato, ma le problematiche più urgenti di questa città riguardo l’edilizia scolastica, sono ancora lì, con lo sbigottimento generale di genitori e di studenti che tra breve dovranno riprendere le loro postazioni in aula. Tutte le scuole di Macerata sono per lo più vecchie e necessitano di manutenzione ordinaria e straordinaria. Gli spazi esterni dove i bambini dovrebbero poter giocare all’aria aperta sono trascurati, sciatti, se non in alcuni casi impraticabili. La maggior parte degli edifici non sono dotati di palestre, o hanno palestre che necessitano di essere ristrutturate e quindi sono chiuse, cosicché gli alunni devono essere trasportati con pulmini in altri plessi scolastici. Purtroppo però è in occasioni di eventi calamitosi come un terremoto che si evidenziano le maggiori criticità.
Un caso emblematico è il Convitto di Macerata, destinatario di fondi dopo il terremoto del 1997. Nel Convitto, oggi lesionato dal terremoto, sono stati eseguiti lavori di ripristino e restauro per il miglioramento sismico per un importo complessivo di 5.009.631,92 euro (dicasi 5 milioni di euro), di cui 3.723.961,05 grazie alla legge 61/98 legge per la ricostruzione dei territori colpiti dal terremoto di Marche e Umbria, e la restante parte di 1.285.670,87 euro, coperta con fondi propri di bilancio del Comune (è stato acceso un mutuo con rate di 68.000 euro annue presso la Cassa depositi e prestiti da pagare fino al 2036). I lavori vennero aggiudicati nel 2003 a una prima ditta di Roma con determina n. 426/50, ma nel 2006 con determina n. 167/06 si procedeva alla risoluzione del contratto per grave inadempimento contrattuale. Nel 2007 l’Amministrazione ha provveduto a individuare un’altra Impresa di Formia (LT) per il completamento dei lavori. Rimaneva però ancora da ristrutturare metà edificio, per cui il sindaco Carancini aveva inserito nel programma delle OO.PP. 2011-2013 altri 500.000 euro. Siamo nel 2016, sono passati 13 anni dallo stanziamento dei soldi per il miglioramento sismico e ristrutturazione del Convitto Nazionale e la scuola non solo non è stata completata (metà dell’edificio deve essere ancora ristrutturato appunto), ma oggi è la scuola che forse ha subito più danni. Sta di fatto che 5 milioni di euro non sono bastati per mettere in sicurezza l’edificio. “Macerata nel cuore” ha denunciato per anni la mancanza di un cronoprogramma serio il quale permettesse una serie di interventi che nel tempo rendessero più sicure e più fruibili gli edifici scolastici. Già dal 2011 venne presentata una interrogazione con lo scopo di fare una indagine conoscitiva sulla sicurezza degli edifici scolastici comunali, chiedendo i seguenti documenti: certificato di agibilità/abitabilità statica, idoneità igienico-sanitaria, certificato di prevenzione incendi, ecc. e il quadro risultò molto lacunoso. A oggi constatiamo che la cultura dell’emergenza prevarica e non cede il passo alla cultura della prevenzione e della lungimiranza. Non si tratta di fare polemica strumentale in un momento delicato come questo, ma il sindaco e la sua giunta devono dare risposte concrete sull’edilizia scolastica, è un dovere a cui non possono sottrarsi.
Francesca D’Alessandro, già Consigliere comunale Macerata nel cuore
06 settembre 2016