Giuseppe Tucci, l’anno scorso avrebbe compiuto 120 anni, eppure non è che gli editori si siano svenati a celebrarlo. Di questo autore dalla bibliografia sterminata viene solo ristampata “Storia della filosofia indiana”. Esploratore straordinario (9 esplorazioni in Tibet e in Nepal), insieme con Giovanni Gentile fondò l’Istituto Italiano per il Medio e l’Estremo Oriente, un luogo di ricerca straordinario. Per evitare che Tucci si trasformi in una bella statuina di cera c’è Adolfo Morganti, fondatore della casa editrice “Il Cerchio”, che afferma: “Dopo la chiusura dell’Isiao (ndr: Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente, nato dalla fusione con l’Ismeo) mi sono trovato a gestire un materiale del tutto abbandonato nella casa di Tucci, a Macerata, con la necessità di salvaguardare questo immenso giacimento culturale. L’esito di questo primo lavoro è la pubblicazione di Tibetan painted scrolls (ndr: La pittura sacra del Tibet), pubblicato in origine nel 1949 per la libreria dello Stato e da anni introvabile”.
Si tratta in effetti dell’opera più rilevante di Tucci insieme con i quattro tomi di Indo-Tibetica edita, all’epoca, in inglese. La traduzione in italiano sarà disponibile grazie all’attivismo di diverse associazioni tenute insieme dal Morganti e dalla Regione Marche. L’opera sarà composta da due volumi per un totale di 650 pagine, con 256 tavole e due dvd. Tucci risorge! e questa è cultura. Fine del servizio (ndr: notizie riprese dal Giornale a firma Davide Brullo). Ora due domande sorgono spontanee: che fine ha fatto o farà questo giacimento culturale immenso? Che cosa ha fatto o farà il Comune di Macerata a salvaguardia e tutela di tanto tesoro? Questa è cultura?
17 agosto 2016