Sarebbe necessario un volume! Sintetizziamo, confidando nell’intelligenza del lettore. Il Piceno preromano non era una landa selvaggia in cui si sarebbero insediati vari popoli di origine indoeuropea, asserzione troppo vaga. Il Gallucci in Antichità Picene, 1786: molti e varj popoli vi ebbero stanza, e imperio… Aborigeni, Siculi*, Liburni, Enotrj, Ausoni, Peucezj, Umbri, Pelagi, Etruschi e Galli**… per siculi s’intendono quelli antichissimi, non i siracusani.
*citando Ellanico: “stirpe antecedente la guerra di troia”, (Filisto 80 anni prima), vissero nel Piceno dal 786 al 510 ante fondazione di Roma. I siculi di Colucci erano greci di stirpe gallo salica (gallo greci dei vecchi dizionari).
**Galli: dal greco Galatai o celtico gal- potere, forza o da kelh – essere elevato. Colucci nota 132, relativa al generico nome dei galli… i salluvi erano gli stessi popoli che da altri si chiamano salj o salienti (altri ancora saliari). Il Bacci, citando M. P. Catone e Baroso, essenzialmente conferma. N. Tomasseo ediz. 1924: Galli i Sacerdoti di Cibele (Iside, Dea Madre); onde le affinità con Cureti, Coribanti e Salii che assorellavano Creta e Troia e l’isola nativa di Giove.
Tra le numerose vie cosiddette romane, tre sole chiamate Salaria, tutte nelle Marche e preromane:
Salaria (SS 4) da Ascoli a Roma (vedi “salaria – via del sale?” La rucola n° 212);
Salaria Picena (SS Adriatica) da Fano a Giulianova;
Salaria Gallica (SS 78 / SP 327), intervalliva, quasi parallela (circa 30 Km) alla Salaria Adriatica, ristrutturata da Marco Ottavio Asiatico, da Forum Sempronii per Suasa, Ostra, Aesis (Jesi), Ricina (Macerata), Urbs Salvia, Falerio, Macchie, S. Maria di Pieca, Sarnano, Amandola, Comunanza, Croce Casale ad Asculum. Il percorso comunemente accettato forse contiene delle inasettezze: 1) il passaggio per Falerio la rende inutilmente più lunga e impervia; 2) da Croce Casale è facile raggiungere Ascoli, più corretta la direzione per Arquata via Castro, Montegallo, notare la toponomastica e (coincidenza!) le molte sorgenti della zona. Gli eserciti in marcia hanno bisogno di punti di sosta (Castrum) e un Castro è vicino a Montegallo! La parte iniziale della Salaria Gallica è vicina al sito di rinvenimento dei bronzi di Pergola (dai quali si desume la ricchezza e la cultura del luogo) e delle “Tavole Iguvine”, il più importante testo rituale di tutta l’antichità classica (Devoto), a uso dei sacerdoti Atiedii addetti al culto di Giove. Il luogo esatto del reperimento è ignoto: alcuni sostengono dal teatro romano di Gubbio, altri, più coerentemente, vicino al tempio di Giove Appennino, tra Scheggia e Cantiano, località vicine a Fossombrone e Gubbio.
Il professor Giovanni Rocchi, paleo-epigrafista, le ha decifrate: sono scritte in piceno antico o umbro piceno. Nella tavola 1.b.10-45 è codificato il rito dell’Armilustrum dei Salii, lustrazione (purificazione) dell’esercito. Inizia con il vaticinio dal volo degli uccelli, poi disciplina lo schieramento dell’esercito “per curie e per centurie”, “per tre volte si giri intorno, si preghi (Giove e Marte)…”; poi il rituale del sacrificio degli animali, “si producano insaccati neri e bianchi”, “siano presenti prodotti della terra” e infine “L’intelligenza di Tito Tazio fece nel suo questorato alla liturgia” (molto prima di Numa Pompilio e di Tullo Ostilio). Al gran numero dei sacrifici doveva seguire una grande festa: Q. Orazio Flacco: Odi; I, 37: ora bisogna bere, ora con piede sciolto colpire la terra. La storia tace spesso sui Salii (il vescovo Brand, 1856, li novera tra i costituenti della Lega Franca degli uomini liberi, prima del 237 d.C.). Salii non potevano essere solo i sacerdoti custodi dei 12 Ancili sacri (scudi lunghi, ristretti nel mezzo); intorno a Fossombrone c’erano curie e centurie, il generale Publio Cornelio Scipione era salio. Si dice che Salii derivi da saltare, per l’andatura saltellante nelle processioni sacre, con il canto di Carmina Saliaria. Sembra di sentire il suono delle armi sugli ancili al ritmo ancestrale del salterello (?). Gli ancili ricordano il Galata morente sullo scudo e con il torque, non diverso dal gallo di Brenno con scudo e torques di cui Tito Livio “ab urbe condita lib VII 9/10”.
CONCLUSIONE
SE l’attuale SS 4 non è la via del sale (Vedi “Salaria via del sale?” La rucola n°212); SE nelle Marche i Salii erano più numerosi di quanto si creda, vi vissero greci e galli: Urbs graeca est Ancona scrive il greco Strabone; SE Salario è il 4° quartiere di Roma, indicato con Q. IV, coincidenza, il Piceno è diviso in Regio V Picenum e Regio VI ager Gallicus; SE le tre Salarie chiaramente individuano un territorio entro e intorno al quale viveva un popolo o grandi tribù; SE non si può sostenere che non siano esistiti Sali, Salluvi e saliari (anche come aggettivo); SE il nome delle strade romane individua anche i popoli di destinazione… allora la deduzione è obbligata anche se è ardita: Salaria – via dei Salii, come forma contratta da Saliaria, Picena, Gallica e Comune.