Iniziando a leggere, anche solo tra le righe, l’Enciclica di Papa Francesco basta poco per comprendere come il riferimento alla Lode del Cantico delle Creature di San Francesco sia un chiaro e severo ammonimento per attirare l’attenzione sul degrado ambientale del nostro pianeta; poiché il degrado della Natura è strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana. Ogni creatura, ogni essere presente su questa Terra, ha una sua funzione e nulla è superfluo, dal granello di sabbia al filo d’erba, alla stella in cielo: tutti sono indipendenti e, allo stesso tempo, c’è una interdipendenza tra ogni cosa creata (mai a caso) e l’uomo ha il dovere di proteggere quanto ha avuto in prestito, per vivere la sua vita, per il suo soggiorno in questo mondo terreno. Siamo invitati a essere una “cittadinanza ecologica”, osservando rispetto e cortesia verso quanto ci circonda e riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, anzi, trattandosi per molti aspetti di una crisi mondiale è il caso di denominarla “ecologia integrale”, per salvaguardare questa nostra “Casa comune” come affettuosamente la chiama Papa Franciscus… la nostra vita è come il fruscio della marea… è un andare a ritornare: così è la presenza dell’uomo sulla Terra… solo un fruscio… da ricordare.
Fruscio
di Fulvia Foti
Quel sciabordio
languido e continuo,
quel fruscio della marea
risucchiata dalla ghiaia,
quel lento
ritmato
movimento:
andare e ritornare;
quel portare e riprendere,
quel nulla lasciare,
quel nulla donare!
Solo fruscio…
da ricordare…