Il suo nome è Macerata
tra due fiumi sopra un colle,
cittadina adè o paisittu?
Du’ pajà’ e il resto zolle.
Dietro il viso medioevale
Helvia Ricina romana,
dietro il volto serafino
la sua indole puttana.
Per capirci è quella puzza
del politico d’altura
che davanti ti sorride
mentre arrèto te lu ttura!
Nacque un tempo dietro piazza
un apostolo importante,
il futuro Padre Ricci
santo verso il sol levante.
Giunto in Cina con l’amore
lì ha svelato ed insegnato
quel suo impegno mó ritorna
col prodotto taroccato.
I francesi con il sacco
poi dan fuoco a Macerata
dopo i morti via con l’oro
la basilica è spogliata.
Sono ancora molti a dire
dei francesi ladri ad arte
ma pò stà’ ch’è tutti strunzi?
No… però… ‘na Bonaparte!
Poi le guerre due mondiali
ed il sangue partigiano
che donato ci-ha il potere
democratico cristiano.
Per quaranta ed oltre anni
come sudditi cojoni
‘n’antra orda tutti in guera
chj per Ciaffi o per Tambroni.
In Arena torna ancora
il bel canto d’emozione
ogni estate qui i migliori
fanno grande la stagione.
Pavarotti con Carreras
Ricciarelli e sor Domingo
ma a sinistra si contesta
senza mai dei gran distinguo.
Ma la storia dà il comando
ai contrari di quel tempo
ecco allora che in Arena
anche il rosso è cuor contento.
Il viale Puccinotti
proprio ieri restaurato
lo attraversi solamente
se il pompiere t’ha imbragato.
Il perché è presto detto,
nel rimetterlo a puntino
chj doveva livellare
per livella aveva il vino.
Su per Piaggia della Torre
giungi in cima senza fiato
fatte intere le scalette
sei più morto che… arrivato.
Ma s’invece femminile
ti precede un dietro vellu
te ne ‘ccurghj che procedi
jenno in ardo come un cellu!
Tante banche oggi ci sono
te saluta e fà’ l’ucchjttu
ma se passi jenno sulu
lu vorsellu teni strittu.
Camuffate tra le chjese
offre il viso da gattucciu
ma al tuo arrivo tiran fuori
la pistola e lu cappucciu.
Tre cursie da Piediripa
e alle Vergini la strada
torna antica come quanno
lu somaru ghjava a biada.
Pe’ la Villa la discesa
pare una de Bolzano
venti curve ‘na rotonna
po’, se campi, c’è lo piano.
Bene invece in gallirìa
lì lo score è un acquitrinu
lu peccatu è a Montanellu
‘n do’ ce manca ‘u trampolinu.
Su la strada per ghj a Roma
manca ancora quarche vistu
nonostante quei lavori
sia ‘niziati avanti Cristu.
Simo ghjti su la Luna
non facimo più la perna
ma lontana rmane ancora
la sognata città eterna.
L’autovusse a Rampa Zara
“Capolinea” trova scritto
ma chi scende tocca il centro
d’un viale ben diritto.
Quasi che con un biglietto
oltre al mezzo a sbuffo cauto
puoi godere pienamente
d’esser preso anche da un’auto.
Poi lì sotto a punto raso
c’è richiesta d’un parcheggio
son passati mille anni
è caduto pure un seggio.
Per non farlo c’è chi dice
che sia fonte di sfortuna
ma la fonte è sol Maggiore
e di quella c’è n’è una.
Sferisterio è il monumento
che han lasciato i nostri avi
che daremo noi domani
quando qui faranno scavi?
Troveranno lungo il cerchio
delle mura più felici
l’invenzione da Nobel
della pista per le bici.
Era un tempo, Macerata,
quando avei genti giocose
e co’ ‘n ossu de ‘na vrugna
ce facìi ‘n saccu de cose.
Ogghj invece musi lunghi
ce n’è tanti, sai perché?
Perché l’ossu de la vrugna
in saccoccia… se lu tié!