Lo “Stato dell’Arte” al Corridomnia

Un lungo applauso a Silvio Craia, artista maceratese, segna la conclusione della tavola rotonda dal titolo “Lo stato dell’arte: storia, moda e tendenze”. Sono la sua storia e le sue opere a mettere tutti d’accordo dopo oltre due ore di acceso dibattito al Corridomnia. La tavola rotonda organizzata dai quattro fondatori del Contemporary Marche Art, Mario Montalboddi, Alfio Caccamo, Daniele Taddei e Bruno Mariani, ha riscosso l’interesse del pubblico che ha gremito la sala del primo piano del centro commerciale, eletto neo luogo della cultura. Il convegno, moderato da Taddei, segue l’inaugurazione di venti giorni fa della mostra Contemporary Marche Art, dedicata all’Arte Contemporanea che si produce nel territorio marchigiano e nazionale, che rimane esposta fino al 17 gennaio, a ingresso gratuito.

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Non era facile portare così tante persone (stimate più di 80) in un centro commerciale a parlare di arte, ma al Corridomnia ci sono riusciti. La tavola rotonda, a cui hanno partecipato anche numerosi artisti marchigiani, ha toccato tutti gli argomenti sensibili che riguardano l’arte contemporanea: i protagonisti, il sistema, il contesto storico, quello territoriale, fino a toccare gli aspetti di mercato. Tra i relatori hanno partecipato: il pittore Luca Zampetti (ha sostituito Sandro Trotti, assente giustificato, che ha garantito di tornare presto), il collezionista Roberto Capponi, il presidente di Spoleto Art Festival Luca Filipponi, i critici d’arte Guerrino Mattei e Lucio Del Gobbo, il presidente Art Club Studio di Macerata Domenico Sirrocchi, la museologa Giuliana Pascucci e Loredana Finicelli, docente Accademia Belle Arti di Frosinone. Proprio la Finicelli ha sottolineato l’importanza di un elemento che viene spesso trattato come secondario nell’arte: ovvero la geografia. “Si parla sempre di coordinate temporali – afferma la studiosa – e non si fa mai riferimento alla zona, al territorio, che invece è parte integrante di un’artista”.

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Interessante anche l’intervento di Capponi, di natura economica. “Il collezionismo, da raffinato e avveduto si trasforma, in molti casi, in attività per meri scopi speculativi, creando una differenza tra valore e prezzo dell’opera. Capita così di vedere artisti alle prime armi costare cifre impensabili. Il mio invito è non seguire le mode: prima di collezionare bisogna capire, comprendere un linguaggio, apprezzare l’arte che si acquista”. Giuliana Pascucci ha invitato tutti gli operatori a vivere intensamente gli spazi dell’arte e ad abitarli, mentre Del Gobbo ha ribadito che l’arte va amata, e per questo va sostenuta: “Al momento in Italia e soprattutto in provincia, manca un sistema dell’arte, un problema di natura culturale da risolvere”. Contemporary Marche Art è pronta a rispondere all’appello.

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