Restauro avvenuto grazie anche
al contributo di Fondazione Carima
La chiesa di San Giacomo, situata a ridosso di una delle porte di accesso all’abitato di Visso, venne costruita nel XVI secolo in stile rinascimentale. Oggi essa è sconsacrata e faceva parte di un monastero di Agostiniane che viene elencato nel codice del Pelosius del 1393 come “Monasterium S. Jacobi de Visso”, dagli atti risulta pure che il convento subì un intervento restaurativo nel 1452; successivamente è citato nella visita pastorale del vescovo Costantino Eroli avvenuta nel 1456. A quell’epoca l’osservanza della regola si era alquanto indebolita, per cui il Vescovo spoletino richiamò le Monache alla clausura, ordinando che la foresteria fosse isolata da grate in ferro.
Queste, in ferro battuto, furono portate successivamente nella sala Consiliare del Comune. Nel XVI secolo fu monastero assai fiorente, come dimostra la ricostruzione della Chiesa che ha un bel portale rinascimentale in pietra. Si accede all’edificio sacro per una piccola scalinata laterale; il portale è ornato da due pilastri scanalati, elevati su plinti con rosa al centro, i capitelli sono di ordine dorico, essi sostengono la trabeazione a timpano triangolare e racchiudono la porta ad arco a serraglia sgusciata.
Nei pennacchi laterali sono scolpiti in bassorilievo due stemmi con nastri convenzionali. Essi rappresentano tre foglie di edera e mazza tra spada e pastorale. Sul fregio si legge: sacellum divo jacobo dedicatum. Il lavoro risulta essere opera della corporazione vissana dei tagliapietre. Con l’avvento del Regno d’Italia del 1860 venne promulgata una legge che ordinava di sopprimere tutti gli Ordini e le Corporazioni religiose, e i beni confiscati dallo Stato dovevano essere svenduti all’asta. Tra il 1861 e il 1886 il convento venne così adibito a ospitare il carcere mandamentale e le religiose furono costrette a trasferirsi nel convento di Santa Chiara a Porto d’Ascoli. A seguito delle violenti scosse di terremoto che si sono verificate il 26 settembre del 1997 e che per giorni imperversarono in tutta la zona, la chiesa subì parecchi danni e lesioni un po’ a tutta la struttura che hanno richiesto l’approvazione di un progetto di ripristino, di restauro e di ricostruzione delle parti lesionate. La Fondazione Carima è stato l’unico Ente non Pubblico che ha sostenuto economicamente il progetto con un contributo di 10mila euro, il resto è stato a carico del Comune di Visso.