Tratto da Macerata tra storia e storie
di Fernando Pallocchini
Percorriamo, grazie a una ricerca della giornalista Alessandra Pierini, la storia di Padre Cassiano Beligatti. Giovanni Beligatti nacque a Macerata nel 1708, entrò nel 1725 nei Cappuccini, convento di Macerata, con il nome di Cassiano. Nel 1735, padre Orazio della Penna, uno dei cappuccini della missione di Lhasa, in Tibet, tornò in Italia per reperire fondi e altri missionari. Li ottenne e, nel 1738, Cassiano con due confratelli partì a piedi da Macerata per raggiungere Orazio della Penna a Parigi. Qui acquistarono doni per il re del Tibet, medicinali e strumenti chirurgici al cui uso fu istruito Cassiano. Salparono l’11 marzo 1739 e furono in Bengala il 26 settembre 1739. Giunsero in Nepal nel febbraio del 1740 e, dopo aver studiato indostano e tibetano, valicarono l’Himalaya per giungere a Lhasa il 6 gennaio 1741. Viaggiare era difficoltoso, per mare si facevano incontri spiacevoli e l’alternativa era muoversi a piedi percorrendo distanze incredibili. L’accoglienza del sovrano, in Tibet, fu benevola e i rapporti con il clero ottimi: visitò conventi, esercitò la medicina ed evangelizzò. Tra il 1742 e il 1745 smise l’attività missionaria poiché questa, pur con scarsi esiti (19 convertiti), preoccupava lo Stato che abolì la libertà di culto e proselitismo concessa nel 1741. Fu in Nepal e Bengala fino al 1756, quando un male lo costrinse a tornare in patria. Si stabilì a Macerata, ma soggiornò a lungo a Roma dove istruì i giovani per le missioni in India e collaborò alla stesura del “Alphabetum Tibetanum Missionum Apostolicarum Commodo Editum”. Morì a Macerata nel 1791. Il suo “Giornale” (1738-1756) è diviso in due libri e riporta le notizie della sua seconda missione in Tibet e i particolari del viaggio; il manoscritto della prima parte, di interesse geografico ed etnografico, si trova presso la “Mozzi Borgetti.” La seconda parte, con i motivi per i quali i cappuccini hanno lasciato il Tibet, contenente descrizioni di usi, costumi e religioni di Tibet e Nepal, è invece andata persa.
continua
Foto Cinzia Zanconi