CORSO DELLA REPUBBLICA

Tratto da Macerata tra storia e storie

di Fernando Pallocchini

 

Corso della Repubblica
Corso della Repubblica

C’era una volta un Corso della Repubblica sensibile all’arte… Erano gli anni ‘70 e se nella piccola “Galleria” (poco più di una stanzetta) del buon Cicconi, in via Santa Maria della Porta, esponevano le punte avanzate dell’Arte Moderna (Bompadre, Munari, Ceroli), in un’altra “Galleria” (una ancor più piccola stanzetta a ridosso di San Filippo), in Corso della Repubblica, si rispondeva con opere di taglio più usuale, marcatamente figurativo. Un artista dietro l’altro, una mostra dietro l’altra. Finita questa epoca uno spazio per l’arte, negli anni ‘90, era stato ricavato in due stanze messe a disposizione dalla Provincia. Ricordo con piacere le pirografie di Trubbiani e un salace commento fatto da un altro espositore, Sirio Bellucci che, leggendo nel futuro, ebbe a dire: “Negli uffici qui sopra (Provincia) ci lavora tanta gente, non uno che sia entrato a vedere la mostra.” Fu un presagio perché tale disinteresse portò presto alla chiusura di quello spazio. Corso della Repubblica ha “appena” 400 anni perché la fisionomia odierna ha cominciato ad assumerla verso il 1600. Intorno al 1138 c’era solo un lungo spazio erboso a ridosso del “Castrum”, protetto da una fortificazione realizzata con terrapieni e palizzate. Solo verso il 1367 fa la sua embrionale apparizione sotto forma di due vie frastagliate, spezzate da costruzioni e così rimane anche nel XV secolo. La Piazza della Libertà ancora non esiste. Solo alla fine del 1500, con la cerchia muraria completata a cingere le nuove costruzioni, si pensa a realizzare tutta una serie di rettifiche delle strade interne che, nel 1607, porterà alla nascita di quello che oggi conosciamo come Corso della Repubblica. Macerata inizia ad assumere un aspetto più moderno e si alza, un poco, la Torre Civica. L’ultimo mezzo secolo di vita del Corso della Repubblica è uno specchio in cui si riflettono le vicende del Centro Storico di Macerata.

Corso della Repubblica, il Palazzo della Provincia
Corso della Repubblica, il Palazzo della Provincia

Sempre vivacissimo e affollato punto d’incontro, ricco di negozi tra i più qualificati della regione, ha visto negli ultimi decenni un lento ma inesorabile declino. E’ ormai solo uno sbiadito ricordo la ressa che caratterizzava lo “struscio” serale (si diceva: “Se butti 100 lire per aria no’ rcasca per terra!”) o il passeggio continuo di chi andava per negozi. Ora, mattina o pomeriggio fa poca differenza, le persone presenti si contano sulle dita delle mani e il sabato che era la giornata più vivace è oggi quella più tranquilla. I negozi “storici” continuano a lavorare con la vecchia clientela che, comunque, si sta assottigliando non essendoci ricambio; i negozi nuovi, pur presentando assortimenti ricchi e continuamente aggiornati, stentano ad affermarsi, alcuni non reggono con il risultato che ci sono locali vuoti le cui vetrine polverose lanciano un malinconico messaggio: “Affittasi” ed altri: “Vendesi attività”. A sentire i commenti dei negozianti la crisi è generalizzata e a Macerata è più evidente per la difficoltà a raggiungere il Centro Storico. Posti auto sempre più rarefatti e a caro prezzo, parcheggi realizzati lontano, ovunque divieti di sosta e di accesso hanno scoraggiato le persone, in special modo i giovani che hanno scelto altri punti d’incontro. La situazione è precipitata con l’apertura del centro commerciale di Piediripa e non vale dire: “Occorre specializzarsi!” quando la gente non arriva… In molti aspettavano che dopo il rifacimento della via si sarebbe provveduto a un arredo urbano che l’avesse resa più particolare, perciò interessante, ma la sole novità sono rappresentate da vasi con cespugli verdi e fronzuti acquistati dai negozianti e da alcune panchine. Note positive vengono dal restauro della terremotata chiesa di San Filippo tornata all’antico splendore e dai bambini, figli di commercianti e commesse, che scorrazzano liberamente per l’assenza di auto. Un peccato per un microcosmo fatto di griffe, sportelli bancari, gioielli, pronto moda, libri, caffè, gelato, lenti a contatto, gadget, oggetti etnici, giornali, sigari, cerini, ambi, terni, pizza e cioccolato…

continua

 

Foto di Cinzia Zanconi

 

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