La signora Monteverde

di Luciano Magnalbò

Stefania Monteverde
Stefania Monteverde

 

La signora Monteverde

che comanda a Macerata

sopra il gender s’accanisce

e ne ha fatto una crociata;

 

e a quel pòro Carancini

-se le dice che si sbaglia-

detto fatto in un minuto

je lo piglia e je lo taglia.

 

Così impara le finezze

del moderno e del sociale,

che t’impone friche e frichi

col zinale tutti uguale.

 

Niente azzurro e niente rosa,

senza sesso è il nuovo bimbo,

né bambina né maschietto,

confinato in un bel limbo.

 

Mio nipote che ha sei anni

ha la mente già distorta,

perché sa che sua cugina

il pisello non lo porta.

 

Se lo sa la Monteverde,

te lo caccia dalla scuola,

perché a tipi come quello

va levata la parola.

 

Monteverde Monteverde,

forse uomo o forse donna,

a seconda che ti metti

pantaloni oppur la gonna,

 

ma perché non lasci in pace

Macerata e i suoi bambini,

che vorresti senza sesso

come poveri tapini?

 

Pensa nonno che direbbe

rimestando lo callà:

vidi un po’ ‘ssa pòra donna

ch’ha da fa’ pé’ lo campà’!

 

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