L’elenco completo dei premi e dei premiati
La quinta edizione di Overtime Festival, che è nel pieno del suo svolgimento, vede come protagonisti i vincitori delle differenti categorie ai quali sono stati assegnati diversi premi. Il premio miglior attore va a Piero Piana, bambino protagonista di brevi storie sulla Torres. Il film, opera di divulgazione sportiva, racconta come nasce la più antica società sarda, Educazione Sportiva Torres 1903 e le storie di alcuni dei suoi atleti più rappresentativi. La miglior regia è per “Maximum quota – Là dove nascono le nuvole”. Nel Dicembre del 2014 l’ultra Runner italiano Paolo Venturini tenta di raggiungere la cima del Chimborazo, un vulcano di 6300 m di quota, simbolo dell’Ecuador. Partendo dalla città di Guayaquil (Ecuador) situata a livello del mare, percorre 241 km di corsa senza l’uso di ossigeno artificiale e medicinali contro il mal di montagna. L’impresa prende il nome di Maximum Quota.
Migliore sceneggiatura a “Due piedi sinistri” di Isabella Salvetti. In una storica piazza di un quartiere popolare di Roma, Mirko gioca a pallone con gli amici mentre Luana attende il padre sedendo su una sedia nascosta da un muretto. Due dodicenni simili ma diversi, due che per puro caso si conoscono e si piacciono fin da subito.
Premio Overtime Young riservato a opere di divulgazione per i giovani. Versus è il nuovo programma di RaiGulp ideato e realizzato in collaborazione con la Federazione pugilistica italiana. Un appuntamento settimanale condotto da Carolina Rey, per conoscere gli sport olimpici estivi nazionali, attraverso le immagini ed il racconto di grandi atleti e giovani promesse.
Premio Opera prima, riservata ai registi Roberto Nigi e Luca Bellezze, alle prese con la prima opera cinematografica: Mtb: la sfida con se stessi – Jarno Calcagni, il documentario sul campione europeo di mountain bike nel 2014.
Premio Overtime Film Festival, è consegnato alla migliore opera in assoluto: “Pietro Mennea, la freccia del sud” di Ricky Tognazzi. Poco prima della gara dei duecento metri piani che lo consacrerà come campione olimpico a Mosca 1980, Pietro Mennea ricorda la sua carriera: gli inizi con l’Avis Barletta, le prime gare nazionali a Termoli dove suscita l’interesse di Carlo Vittori, i duri allenamenti a Formia e, prevedibilmente, l’amore per una donna, Emanuela.
Il premio diritti umani, in collaborazione con Amnesty International è di Gabriella Greison con “Il calcio, la Palestina e me”. Hebron, i bambini per le strade che sognano, il pallone che rotola incessantemente di piede in piede, la squadra di calcio della città (l’Al Ahli) che alla guida ha un italiano per la prima volta nella storia, il giorno del derby, la voglia di giocarsi un mondiale, la Palestina con le stupende sue terre, e io: la sola donna che ha avuto accesso a tutto questo. Libertà, amore, gioco, primati, felicità, vita che si concretizzano nel gioco del calcio.
Il miglior documentario va a “La plata rugby club” di Marco Silvestri. L’elenco degli sportivi argentini travolti dalla furia degli squadroni della morte tra il 1975 e il 1983 è lungo e il rugby è stato lo sport che ha subito più vittime durante la dittatura militare di Videla.
Il Premio Pindaro è per Andrea Lodovichetti e Nicola Nicoletti con “Sport’s around the world: missione Rwanda”. “Sports Around the World” è un’associazione che si occupa di portare lo sport in alcuni paesi africani. In questo caso si tratta del Rwanda. Durante la missione i volontari toccano vari villaggi del paese, Cyeza, Butare, Ngororero, Busasamana: in alcuni casi solo per verificare i lavori di costruzione dei campi da basket, in altri per iniziare le attività di pallacanestro, calcio e pallavolo. Qui si fermano per più giorni: cominciano gli allenamenti con i bambini e ragazzi di varie età, formano gli allenatori che dovranno allenare tutto l’anno, organizzano tornei e partite. Il campo da basket e da calcio diventa il punto centrale del villaggio o della parrocchia, ragazzi che giocano, genitori e amici a bordo campo che tifano, feste e balli, urla, sorrisi, canti, palloni che rimbalzano, bambini che corrono: è la nascita di un nuovo modo di aggregarsi, di una nuova consapevolezza e di una speranza per il domani.
Premio paralimpico è di “Oltre la linea” di Paolo Gereme. Simona, Mirko e Diego sanno fare bene una cosa: correre, nuotare, giocare a calcio. Non importa se non sanno dov’è il Brasile, nel 2016 ci andranno. Sono determinati, forti, testardi. Sono ragazzi disabili.
Infine, “Parrucchiere Calciatore” di Juan Manuel Aragon è il miglior cortometraggio. Pelayo vuole tornare a casa con un nuovo taglio di capelli e sbarbato. È notte ed è disorientato, trova un barbiere aperto. La sua salvezza diventa un incubo nel finire nelle mani di un barbiere fanatico del calcio.