Girando per musei

di Forza Rata

 

Roma-musei capitolini
Roma-musei capitolini

Santo cielo! Non è che capitino tutte a me, non sono un parafulmine, ma forse è il mio spirito sarcastico che non me ne fa perdere una. Dunque… non sono un fanatico dei musei, frequento poco, devo però confessare che una visita completa al nostro Palazzo Buonaccorsi mi ha entusiasmato, probabilmente per il fatto che ho potuto osservare una congerie (in senso positivo) di realizzazioni spalmate nel tempo ma presenti, e ben organizzate, in una stessa struttura: il museo della carrozza, le stanze di arte antica, la sala dell’Eneide, il piano dedicato all’arte moderna… tutto bello, tutto tecnologico… un vero spettacolo! Sull’onda dell’entusiasmo ho trascorso le mie ferie, almeno una parte, andando per musei. Ho una suocera cui sono affezionato, è abbastanza incartapecorita per vecchiaia ma è sveglia e non sta ferma un attimo, me la sono portata dietro per cui: “Non toccare lì, stai vicina qua, dove sei sparita?” e così di seguito, tanto che al Museo delle Cere di Roma a un certo punto sono stato avvicinato, con estrema cortesia, per carità, da un addetto che mi ha bisbigliato: “Signore, ci scusi ma non la faccia camminare in continuo… sa… stiamo facendo l’inventario…” – “Accidenti – ho pensato – così decrepita, se la dovessero inventariare mi toccherà lasciarla qui! Poi mia moglie chi la sentirà?” E l’ho riportata a casa, sana e salva. Lasciata la suocera, comunque felice (le ho fatto vedere anche il Papa!), sono ripartito per Roma a visitare i musei capitolini con la mia signora fresca di ferie appena prese. Visita di gruppo, con noi in estatica e silenziosa ammirazione delle statue romane.

Hygeia
Hygeia

Sostiamo di fronte alla scultura marmorea di Hygeia, purtroppo priva di braccia, e accanto a noi una mamma, rivolta alla giovane figlia, sottovoce, fa: “ Vedi cosa accade a toccarsi sempre là dove non si deve? Attenta tu…”. Con mia moglie ci guardiamo e non faccio in tempo a profferir verbo che lei, ingenua, dice: “Oh, guarda, alla statua della Vittoria manca una gamba… chissà come sarà la statua della sconfitta..!” Sono esterrefatto! ma lei sorride sorniona facendomi l’occhiolino… nemmeno a lei era sfuggita la frase bigotta per cui a questo punto sto al gioco e sussurro: “Guarda, a quel soldato manca la testa! doveva certamente essere di Osimo…”

Osimo-statue acefale
Osimo-statue acefale

(ndr: statue acefale nel palazzo comunale di Osimo – antica Auximum – danno agli osimani il soprannome di “senzatesta”) . La più divertente, anche se parecchio volgare, l’abbiamo ascoltata da due sorveglianti. Uno di questi si allontana veloce per una decina di minuti e quando, incurante della nostra presenza, torna fa con aria soddisfatta all’altro: “Ah… che cacata che ho fatto!” Il secondo è in evidente imbarazzo e, con fare noncurante, a bassa voce gli fa presente: “Ignorante! Si dice feci!” Che mi crediate o no quello “ignorante” rispose al “dotto”, e manco a bassa voce: “Hai ragione… che cacata che feci!” Piangere? Ridere? …meglio, molto meglio ridere, per non piangere!

 

 

 

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