La salita del Pinocchio

di Cesare Angeletti

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Nei miei ormai numerosi anni di vita ho avuto vari incontri che posso definire memorabili. Oggi ve ne voglio raccontare uno veramente simpatico. Anni fa frequentavo un gruppo di poeti dialettali anconetani del quale faceva parte un professore che aveva dedicato parte della sua vita a studiare le tradizioni e la storia della sua splendida città. A quei tempi per raggiungere la capitale delle Marche c’era solo la strada statale e, giunti al colle che sta sopra Ancona, si aveva, e si ha, il saluto di Pinocchio che, dal suo monumento, fa uno sberleffo con le mani aperte davanti al naso. Dissi al mio amico che passando lì rivivevo il dolce ricordo di quando, bambino, mia madre mi invitava a ricambiare il saluto del burattino facendo lo stesso gesto che fa lui. Allora il professore mi disse alcune cose. Prima di tutto che il monumento a Pinocchio di Ancona è il primo eretto al burattino, e al suo creatore, Collodi, in Italia. Alla mia meraviglia lui ha detto che Collodi era stato per alcuni anni maestro in Ancona e che amava, nel tempo libero, recarsi su quel colle da dove, allora non c’erano costruzioni, si vedeva un panorama fantastico. E poi mi ha raccontato un’altra cosa. Quel rione, abitato da povera gente, contadini e piccoli artigiani, era una zona tanto modesta e situata proprio sopra alla città di Ancona, era come se questa ce lo avesse avuto in testa, per cui era chiamato dalla popolazione “el pidocchio”. Io gli dico che sì la cosa è interessante ma che in fondo non giustifica il monumento. Lui, sorridendo, mi rispose: “Ora ti rivelo una cosa che sanno in pochissimi!” La notizia è questa: “Quando Collodi ha dovuto dare un nome al suo burattino ha cercato, nel suo vissuto, un ricordo che gli suggerisse un sostantivo che fosse il più possibile la definizione di una cosa estremamente semplice e popolare e allora, dalla sua memoria, è scaturito il ricordo delle passeggiate fatte al quartiere anconetano, modesto e popolare, il “pidocchio”. Lui, non potendo usare la parola così com’era, per ovvi motivi, ha tolto la D e ha messo una N e così ha dato al suo immortale burattino il nome di Pinocchio!” Mi spiegava anche, il professore, che nessun altro studio ha potuto stabilire con esattezza l’etimologia del nome della creatura di Collodi e che, quindi, questa era l’unica soluzione possibile e valida. Questo episodio mi è tornato in mente perché, qualche giorno fa, dovendo andare ad Ancona, sono dovuto passare per la statale e, ancora una volta, come quando ero bambino, mi è venuta la voglia di ricambiare il saluto di Pinocchio proprio come mi faceva fare mia madre tanti anni fa.

 

 

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