VIA VERGA

Tratto da Macerata tra storia e storie

di Fernando Pallocchini

Via Verga, la Madonnina
Via Verga, la Madonnina

 

Lungo via Verga, vicino a uno dei primi palazzi costruiti nel quartiere, è stata eretta una edicola dedicata alla “Madonna, regina della Famiglia”. Una piccola costruzione sobria che armonizza con lo stile architettonico di Collevario, disegnata dall’architetto Giuseppe Ponzelli; i lavori, eseguiti dai muratori Nardino e Rossano Rocchi, furono diretti dal geometra Paolo Fargnoli. L’inaugurazione è del 1994 e, da allora, questa edicola è stata un punto di sosta e di riferimento, spesso visitata dopo la messa delle 11 da tanti giovani per salutare la Madonna con canti e preghiere. Don Elio aveva solo un piccolo timore: che l’immagine venisse profanata. Ma la “Regina della Famiglia” da lì protegge Collevario e nessuna mano l’ha mai sciupata. Via Verga è un po’ il “corso” del quartiere per cui di qui passano tutte le manifestazioni organizzate a Collevario. I suoi marciapiedi sono stati affollati da moltitudini di residenti per assistere a gare ciclistiche, marcialonghe, raduni delle mitiche Fiat 500 e corse al galoppo di cavalli. A proposito di queste ultime occorre sapere che, poco distante dall’edicola della Madonna, c’era una casa di campagna abbandonata dentro cui aveva la sua stalla un purosangue. Il proprietario lo aveva iscritto alla locale corsa e, nelle serate precedenti la gara, lo vantava al bar e con gli amici prevedendo per il bel destriero una facile vittoria: avrebbe sbaragliato in men che non si dica gli altri concorrenti! Venne il giorno della corsa e i cavalli fremevano al nastro di partenza. Al “via!” tutti partirono al galoppo, anche il purosangue. Peccato che, anziché correre in avanti, galoppò forsennato dalla parte opposta. Aveva sentito, forte, il richiamo della sua vicina stalla e vi si precipitò dentro battendo ogni record. Fino al 1970 la zona dove è sorto “Collevario” era formata da colline e vallate, punteggiata da rare case coloniche e sormontata da una chiesina. Poi la scena venne turbata da ruspe, gru e camion. Nacque un nuovo quartiere e via Verga ne diventò la spina dorsale, una lunga arteria, la via più lunga di Macerata.

Via Verga, lil giardinetto
Via Verga, lil giardinetto

Nel 1971 arrivò, a piedi, una minuscola figura, era don Elio, un sacerdote ricco di fede e di coraggio, dotato di un grande cuore che si insediò, novello parroco, su una parrocchia fatta di niente: erano abitate solo le prime tre palazzine della Gescal. Non aveva una casa, abitò al seminario poi, per essere più vicino ai pochi parrocchiani, in una soffitta di via Roma. Per raggiungere la chiesina andava a piedi. Quando il tempo metteva a brutto, infilava dei gambali legando le scarpe al manico di un ombrello, vicine alla borsa col messale. Il rosario sempre in mano. Via Verga fu la quarta strada, dopo le vie Pirandello, Pavese e Quasimodo, dove si iniziò a costruire e il primo nucleo, realizzato nel 1978 dal cav. Costanzo Tolli, sorse intorno a dove oggi c’è l’edicola della Madonna. Nel 1984 arrivarono l’asfalto e l’isola ecologica, e fu divisa tra due parrocchie (S. Francesco fino al n° 66). Nel 1994 si realizzò il giardino con i giochi per i bimbi e via Verga, ombreggiata dai tigli, era meta di passeggiate. C’era l’usanza che il parroco e i primi abitanti accogliessero con una festa i nuovi arrivati a ogni insediamento e il lento afflusso ha permesso a don Elio di conoscere tutti. Le feste religiose erano molto sentite e via Verga si riempiva di gente quando, il Lunedì Santo, in processione c’era la Via Crucis; così come il giorno della festa della parrocchia, la via, addobbata, veniva percorsa dalla banda musicale e l’aria era scossa dai “tonanti” per onorare la processione mariana. Oggi don Elio Borgiani, un po’ invecchiato, non è più il parroco della Parrocchia del Buon Pastore a Collevario e si è preso cura per qualche anno della chiesa di San Filippo quando era in parte chiusa per i danni del terremoto. Il suo cuore, come dice la prima pastorale, è sempre vicino alla gente e la ama ma un pezzetto è rimasto laggiù, quando può va a trovare gli ex parrocchiani, recita il rosario e suona l’organo per loro.

continua

 

Foto di Cinzia Zanconi

 

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