PIAZZALE SAN FRANCESCO

Tratto da Macerata tra storia e storie

di Fernando Pallocchini

Piazzale San Francesco, la chiesa
Piazzale San Francesco, la chiesa

 

Quando si iniziò a costruire il tempio si voleva scavare sotto il piano terra per avere più spazio ma c’era un problema: non bastavano i soldi. Un mattino padre Marino, mentre guardava pensoso il lavoro di sterro, fu avvicinato da una signora: “Gran lavoro edificare una chiesa, ci vorranno tanti soldi!” rispose il frate: “Sì. Vorremmo anche realizzare dei locali interrati ma non c’è denaro a sufficienza.” al che la donna replicò: “Come farete?” così dicendo si sfilò un anello dal dito: “Prendete, sarà utile.” Padre Marino lo prese e pensò che, pur di modesta apparenza, sarebbe stato utile. Ringraziando lo infilò in una tasca del saio. La signora percorse cento metri poi ritornò indietro dal frate e disse: “Attenzione, non vi ho donato cosa di poco conto: è il mio anello di fidanzamento. Il suo valore è notevole. Vi dico questo affinché non siate imbrogliato quando andrete a venderlo anzi, vi consiglio di andare in questo negozio…” e gli indicò un gioielliere. Il frate seguì il consiglio e ne ricavò un piccolo tesoro, un milione degli anni ‘60! La presenza dei francescani a Macerata risale al 1200, interrotta dal “Sacco di Macerata” a opera dei francesi nel 1799 e, per una soppressione ordinata dal nuovo Regno d’Italia, nel 1899. Un fraticello, padre Marino Leoni fin dal 1948 prestò la sua opera nel Sanatorio Provinciale poi, nel 1962, con l’istituzione della nuova parrocchia i francescani tornarono a Macerata. Ricordiamo i nomi dei parroci: padre Francesco Catani, primo parroco, dal ‘60 al ‘67; padre Pietro Ferretti, dal ’67 al ’75, morì in città nel 1986; padre Augusto Savelli, dal ’75 all’87; padre Lanfranco Piergallini, presente dal ’70 e parroco dall’87 fino al ’99, morto a S. Benedetto del Tronto nel 2003; padre Aldo Marinelli dal ’99. Quando, negli anni ’60, venne ideato il nuovo quartiere di San Francesco, fu realizzato non come un quartiere dormitorio con grossi casamenti ma come un vivibile agglomerato di piccole e graziose case popolari esterno alla transitata via Roma. Le palazzine sono servite da stradine contorte che confluiscono nel piazzale San Francesco, fulcro della zona. La centralità della piazza, eredità urbanistica di stampo medioevale, è accentuata dalla presenza di tre forti realtà sociali: la chiesa, il circolo e un edificio polifunzionale a servizio della comunità. La struttura più importante, realizzata dall’architetto romano Innocenzo Sabatini e inaugurata nel 1966, è la chiesa di San Francesco.

Piazzale San Francesco, il Santo
Piazzale San Francesco, il Santo

Allora avveniristica conserva ancor oggi un aspetto decisamente moderno, ampia e luminosa è arricchita dalle opere pittoriche di Eraldo Tomassetti e di padre Antonio Simoncini. Nel quartiere la religiosità è di stampo tradizionale, la chiesa è frequentata, le celebrazioni seguite però, anche qui, la situazione evolve e i giovani sentono le difficoltà del nostro tempo, distratti dai molteplici richiami della vita moderna. Le aggregazioni sono presenti ma non riescono a fare presa su tutti. Attiva è la corale “San Francesco, fondata da Luigi Del Bianco. Costui, nonostante il male che lo affliggeva, riuscì anche a seguire e curare la progettazione dell’organo della chiesa, realizzato dalla ditta Zanin di Codroipo, nonché ad adottare tre giovani africani e viene ricordato come una persona sensibile, un esempio per tutti. Tra gli abitanti del quartiere c’è solidarietà e ne è prova l’esistenza della Caritas parrocchiale che interviene per alleviare casi di solitudine e momenti di indigenza recando cibo e carburante per riscaldamento dove c’è necessità, specialmente tra persone anziane e immigrati. Si è attivata la collaborazione con altre realtà cittadine come la Caritas diocesana, la Conferenza di San Vincenzo e il Banco Alimentare. I frati francescani sono circondati da affetto e considerazione, ne è testimone padre Marino, il veterano tra loro, che ci raccontò di quando il costruttore edile Carlo Migliorelli, ogni volta che lo incontrava, elargiva una buona cifra a favore degli ospiti del sanatorio seguiti dal buon frate.

continua

 

Foto di Cinzia Zanconi

 

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