Incontro con lo scultore Sandro Piermarini
di Lucio Del Gobbo
Il cuore, la mente, il desiderio, la fede, la capacità..: quante sono le cose che si richiedono all’artista! Ma ve ne sono alcune che risultano ormai trascurate, considerate secondarie. Un tempo si diceva, “la mano dell’artista…” per indicare un elemento inequivocabile di qualità e di pregio che si rifletteva nelle opere. Poi, per una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo elencare, quella manualità è venuta man mano a mancare: esigenza troppo dispendiosa e improduttiva per una “società dei consumi” che, malgrado la fretta, tra i suoi articoli ha conservato anche l’arte. Viene spontaneo chiedersi: ora che quella mano tanto spesso citata in passato è ritenuta non indispensabile, è altrettanto facile riconoscerlo l’artista? È una domanda che forse lo scultore Sandro Piermarini si è posto, quando tra i suoi soggetti ha inserito proprio una mano. Una grande mano di manichino ingessata nel marmo, alta quasi due metri e pesante non si sa quanto. Ci ha lavorato per settimane, e non è la sola opera che nel frattempo ha portato avanti, nel silenzio e nella riflessione del lavoro. Gli è stata richiesta? Forse no. Ma ce l’aveva in testa e non poteva non realizzarla. Ce l’ha mostrata invitandoci con una telefonata. “Vorrei far vedere le ultime cose che sto facendo”. Non sarebbe stato facile trovarla in fondo a una “gabba” abbastanza impervia dove egli stesso, facendo da staffetta, ci ha guidato. Un “eremo” nella campagna a nord est di Macerata che prima abitava con la famiglia e che ora ha trasformato in laboratorio, con tanto di gru, martinetti e scalpelli pneumatici. Alla “mano di artista” Piermarini ancora ci crede. Non delega nel suo lavoro come fanno tanti scultori contemporanei; le sue cose se le fa da solo, come una volta l’artigiano, e per convincersi della giustezza di questo suo metodo crea opere sempre più grandi e impegnative. Una sfida! Accanto a quella mano sta elaborando altre figure: un Carlomagno a cavallo e altre enigmatiche presenze. In quei grandi blocchi bianchi, infarinato nel volto e nel corpo come un antico mugnaio, Piermarini imprime tutta la passione e il coraggio del suo cuore d’artista. Un grande cuore: sarà forse questo il suo prossimo soggetto?