68 modi per…

Un libro scritto da Gianpietro Annavini

stampato da www.stampalibri.it

 p 12 68 modi per...

In “68 modi per…”, scritto da Giampietro Annavini, tutta una serie di racconti minimi rende partecipi dal di dentro dello scorrere della vita in un paesino dell’entroterra marchigiano, prossimo agli Appennini e immerso in uno scenario naturale tipico di questo territorio, ricco di acque, di colline, di campi coltivati e di vicende umane che s’intrecciano, formando un tessuto sociale dove, purché c’è riservatezza, tutti conoscono tutti, o così sembra loro. Come in ogni romanzo che si rispetti c’è un protagonista, ci sono i comprimari, ognuno con un ruolo ben distinto e ci sono le comparse a fare da sfondo al dipanarsi della vicenda. Attore principale è Sante, un giovane che ha un conflitto molto forte con il padre, estremizzato, che sfocia nell’odio, con punte che arrivano fino al pensiero di uccidere. E’ la non sopportazione della prepotenza, dello sfruttamento, della violenza fisica e mentale. E’ il ribellarsi a un modo di fare che Sante non sente suo. In fondo lui non è un rivoluzionario, è solo un ragazzo che ama la vita, che ne combina di tutti i colori con gli amici, che ha una sua moralità, che ha un forte senso di libertà e di rispetto verso chi il rispetto se lo merita. Il linguaggio usato da Giampietro Annavini è realista fin troppo, a volte può sembrare volgare, specie quando si tratta di sesso ma è il modo di parlare e di comportarsi di tanti giovani quando sono tra loro, liberi da formalismi o, forse, svincolati dall’offendere presenze estranee al gruppo. Complesso, per Sante, è il rapporto con l’universo donna, con la madre, totalmente succube del marito tanto da annullarsi ma anche con le altre presenze femminili che fanno capolino un po’ ovunque tra le pagine del libro. Il sesso si mescola con l’affetto e per ogni donna frequentata c’è una storia, a volte minima a volte importante con risvolti impensabili, una sola volta dolce, tenera e passionale. Una storia che segnerà l’esistenza del protagonista fino alla fine, drammatica, a forti tinte. Con un ritorno sui luoghi della gioventù per mettere un punto, quello finale.

 

L’autore

Giampietro Annavini era (dispiace usare “era” per come è finita anzitempo la sua vita) un personaggio eclettico. Imprenditore del pane (Il Pane di Cessapalombo), attività con cui si era imposto positivamente sul mercato, aveva la passione per la scrittura e per un’altra attività espressiva, la fotografia. Tra i suoi interessi il cinema e il volo con il parapendio, sport per audaci. Amava vivere la natura, era un appassionato pescatore (come Sante, il personaggio da lui creato). Collezionava mobili di antiquariato da vero esperto. Una presenza amica per molti.

 

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