Ultimamente sono cresciuti
un semaforo e due pilomat
Come entri in piazza della Libertà da via don Minzoni sei accolto da cartelli di una complessità informativa tale che se ti fermassi a leggerli e a interpretarli ti bloccheresti almeno una decina di minuti. Ti attende al varco anche il “daziere” robotizzato detto “50 centé” (foto 1). Appena oltre, un paletto regge l’inizio di una lunga catena che, poggiandosi via via sulle ormai famose “supposte cementizie” (tanto per essere in tema con la cementificazione cittadina) formano una barriera impenetrabile, le auto infatti (foto 2) sono bloccate come i cavalli al nastro di partenza di una corsa all’ippodromo (che Macerata non ha, tanto per cambiare…). Non bastasse tutto questo l’intellighenzia amministrativa ha inteso rendere ancora più chiaro il messaggio vessatorio nei confronti del popolo automobilisticamente dipendente, infatti è apparso alla fine della catena un piccolo semaforo (rosso/verde) con immancabile cartello (foto 3) e, udite udite, fanno capolino dai sampietrini, in prossimità del palazzo comunale e al termine del percorso ostativo, due pilomat (foto 4). Appena sarà il tempo, Sindaco e Assessora (pare che la Boldrini abbia detto che il termine si possa usare… assessora… ministra…) giungeranno in piazza ognuno con un innaffiatoio e li faranno crescere. Così la chiusura sarà totale. Peccato manchi a supporto il parcheggio sotto la Rampa Zara. Ora verrebbe da dire… anzi lo diciamo: “Ma… i cancelli restaurati perché non li avete installati all’ingresso della piazza? ‘Na chiusa a chiave e non ce se penzava più!”.
Servizio fotografico Photofal