Spezzoni di vita vissuta al bar

di Forza Rata

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Un mio caro amico lavora in un bar del centro commerciale, erano un paio di anni che non c’incontravamo e pochi giorni fa, dopo aver fatto i miei acquisti, mi sono fermato da lui per un caffè. E’ stato molto contento di rivedermi e mentre serviva gli avventori, tra uno scontrino e l’altro, abbiamo fatto quattro chiacchiere. E’ sempre stato un tipo molto spiritoso per l’ho ascoltato divertito mentre mi ha raccontato quello che ogni giorno gli capita mentre lavora nel bar. Proprio pochi giorni fa stava servendo una coppia di signore quarantenni (cappuccino con brioches inzuppate nella tazzina) quando una delle due ha ricevuto una telefonata… “Mamma corri… – strillava una voce allarmata – vieni subito a casa perché il babbo è fuori di testa e vuole buttarsi dalla finestra!” al che, scocciata, la donna ha risposto: “Digli che gli ho fatto le corna, non le ali!” spegnendo subito dopo il cellulare e, rivolta all’amica: “Tutti le volte che esco è la stessa storia ma… lo dice sempre e non lo fa mai!” Il bar di un centro commerciale è un po’ come un porto di mare: ci capitano persone di ogni tipo! Ricorda il mio amico che nei mesi addietro, poi non si è più fatta vedere, capitava una vecchina che, a un certo punto, lo aveva persino innervosito. Questo perché si ostinava a regalare nocciole ai clienti facendogli, si fa per dire, una concorrenza sleale. Arrivava con un sacchettino di cellophane colmo di nocciole e, al primo che le capitava a tiro, diceva: “Senta, purtroppo ho perso i denti da diversi anni e non riesco più a mangiarle… ecco, le prenda lei, gliele regalo!” Il tipo accettava ringraziando e la vecchina continuava: “Le mangi, prego, le mangi… mi dica quanto sono buone!” Di fronte a tanta cortesia costui non poteva rifiutare, apriva il sacchettino e assaggiava le noccioline gratificando in questo modo la vecchina. Era così ogni volta finché un bel giorno il mio amico barman, presala in disparte le ha chiesto: “Senta, non può continuare così… e poi, scusi, se non riesce a mangiare le sue stramaledette noccioline, che cavolo le compra a fare?” candida la risposta: “Le nocciole non mi piacciono ma sono ghiotta del cioccolato fondente che le ricopre!” Ero divertito dai suoi racconti ma anche molto scettico e, tra me e me, pensavo: “Possibile che capitino tutte a lui? Saranno storie vere o mi sta semplicemente prendendo in giro?” Mentre ero così assorto e il mio amico s’ingegnava a fare i disegnini sui cappuccini per i suoi clienti ecco che arrivano due tizi: uno è sicuramente un pescatore e l’altro un cacciatore a giudicare da come vanno vestiti. Stanno chiacchierando rumorosamente e non posso fare a meno di ascoltare i loro discorsi: “Che hai pescato stamattina?” – “Sul laghetto, quello qui vicino, ho sentito la canna dare violenti colpi e ho cominciato ad avvolgere il mulinello, più tiravo e più usciva dall’acqua un’anguilla lunghissima: dapprima 5 metri, poi 10, 20, 30… non ci crederai ma ho pescato un’anguilla da 50 metri!” – “Accidenti! Io invece, nella selva intorno al laghetto, ho visto un cervo e preso dalla foga gli ho sparato! Non l’avessi mai fatto… mi ha visto una guardia venatoria che mi voleva arrestare perché la caccia al cervo è vietata…”. – “E allora che hai fatto”– “Semplice, ho sparato alla guardia! Richiamata dagli spari ne è arrivata un’altra e, a questo punto, ho sparato pure a questa…” – “Ma via, non ci posso credere! Hai sparato a due persone?” – “Certo! Però, se tu accorci la tua anguilla, giuro che fermo la strage!” Ero incredulo. Li avevo sentiti con le mie orecchie… possibile quindi che anche ciò che mi aveva raccontato il mio amico fosse vero. Nel frattempo si era accostato al bancone un tipo dall’aspetto ignorante che, urlando sgarbato, fa: “Un caffè!” L’amico barman, per nulla intimorito, replica: “Faccia il buono alla cassa…” il tipo va alla cassa e, con voce remissiva e fievole dice: “Per favore, un caffè”. Ci salutiamo con un cenno della mano: tornerò a sentirne altre.

 

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