di Mariella Marsiglia
Una volta un Cardinale, parlando di Pinocchio, la più bella favola del mondo, disse che in un certo senso nel burattino c’era nascosta la vita del cristiano, che dopo gli errori fatti e le sofferenze subite, rinasceva a una nuova e perfetta esistenza. Aggiungerei anche che la storia meravigliosa narrata da Collodi porta con sé pure una triste previsione della realtà presente in Italia, cioè il capovolgimento della logica e dei valori, che le persone della mia stessa età hanno vissuto e condiviso. Tornando dunque all’eroe della nostra infanzia, nel capitolo XIX l’autore racconta che Pinocchio, arrivato nella città di Acchiappa-Citrulli, va difilato in Tribunale per denunciare al Giudice (uno scimmione!) i malandrini che lo avevano derubato delle sue quattro monete d’oro ma è grande il suo sgomento quando, dopo essere stato ascoltato attentamente, lui, innocente e vittima, viene condannato a 4 mesi di carcere, che non sconterà del tutto perché l’Imperatore che governava la città, per una vittoria riportata, farà uscire dalla prigione tutti i ladri che vi erano rinchiusi (anche allora si usava così), meno Pinocchio, tanto che lui per riconquistare la libertà dichiarerà falsamente al suo carceriere di essere un noto malandrino; a tale dichiarazione la guardia, togliendosi rispettosamente il cappello, aprirà la porta della prigione lasciandolo uscire. Oggi si ripete la stessa imbarazzante situazione per non affollare (così dicono) le carceri. Chi ruba, scippa o molesta una donna, non può essere arrestato anche se è colto sul fatto. Non solo siamo vittime di un furto ma dobbiamo anche risarcire i ladri, specie se opponendoci alla rapina non li abbiamo fatti agire indisturbati. Reagendo (a esempio chiudendoli a chiave nel nostro appartamento) saremo accusati di sequestro di persona. Sparando un colpo di arma da fuoco, solo per causare spavento, saremo tacciati di tentato omicidio. La vittima, invece di essere aiutata e difesa ora viene imputata. Che fare? Farsi tranquillamente derubare per non peggiorare la situazione o reagire, affrontando le conseguenze? Con le nuove disposizioni giuridiche abbiamo decisamente sforato l’assurdo.