di Lucio Del Gobbo
La tipologia delle opere di Nabil Al-Zein, così varia e diversificata anche nei linguaggi, più che segno di inquietudine o di incertezza è prova di vivacità intellettuale e sensibilità poetica, essa dimostra quale sia la varietà degli stimoli da cui prende origine, e soprattutto dà idea della concezione che questo autore ha dell’arte: una idea totalizzante, che corrisponde al vivere nella sua complessità; alla consequenzialità e alla partecipazione che esso comporta. L’astrazione è congeniale all’artista, è nel suo dna, oltre tutto fa parte di una cultura d’origine (anche se i primi passi nell’arte Nabil li ha fatti indugiando sulla figura e su una cultura avanguardistica nord occidentale) della quale rivendica e sottolinea il senso dell’illimite. Nelle sue creazioni materiche e oggettuali s’incontrano infinito e infinitesimale in una combinazione logica che ingloba l’universale e il cosmico. E l’attenzione spaziale si inscrive entro questi parametri, in relazione al tempo, guidata dalla luce. La sua idea di spazio e iperspazio trova la luce come rivelatrice di verità e di vita. Il senso di libertà lo ha avvicinato all’arte. La realtà è osservata con occhio analitico. C’è come un’analisi percettiva ottenuta per contrasto, quasi oscurando l’evidenza delle forme a beneficio del loro senso. Si sperimenta la percezione di forme che si offrono come simboli o come elementi di un apparato concettuale di fondo. Un senso panico che indaga il particolare e l’episodico per esprimere un incontenibile desiderio di assoluto. Fondamentalmente la ricerca di Nabil Al-Zein poggia sulla multimedialità; coinvolge le tecniche ma anche il corpo e l’azione. L’osservatore è chiamato a partecipare attivamente e tutto è volto a positività e condivisione: un modo il più efficace di comunicare. Questo ricorso alla multimedialità è la conseguenza diretta del senso di libertà e dell’illimite cui si è accennato, in essa, nella potenzialità multimediale, Nabil esperimenta e indica una delle caratteristiche più proprie e innovative dell’arte contemporanea. In altri termini… una concezione dell’arte totalizzante, quella di Nabil Al-Zein, sia in termini linguistici che di contenuti (di poetica). Linguisticamente si avvale di un eclettismo diffuso, con la pratica di varie tecniche che investono la pittura, la scultura, la video art, la perfomance, l’installazione, ecc. e la realizzazione di una tipologia di forme o di non forme assolutamente sconfinata. Sul versante tematico, la sua, è un’arte del tutto allineata all’attuale clima globalizzato, con particolare attenzione ad aspetti etnici e geografici; pur non rinnegando la tradizione, essa si schiera senza mezzi termini verso una liberalizzazione totale dell’arte e dunque verso una sua continua attualizzazione. Interessante il suo coinvolgimento abbinato e contemporaneo sia in senso teorico quanto sperimentale. La sua esperienza iperspazialista e più recentemente quella temporalista di cui può rivendicare la paternità, dimostrano che la sua idea universalistica dell’arte non riconosce la distinzione, o riconosce come impropriamente costrittivi, i termini di tempo e di spazio. La sua riflessione investe anche il sistema dell’arte oggi, lo analizza in forma critica evidenziandone storture e condizionamenti. Più che un’arte concettuale Nabil persegue una dimensione mentale dell’arte; facendoli propri, verifica la distinzione spazio-tempo, indirizzandosi verso una concezione metafisica o “quarta” dimensione. Trattandosi di arte visiva si esprime preferibilmente attraverso quelle forme o tecniche o procedure che i materiali usati tautologicamente suggeriscono. Un’arte sperimentale, innovativa, che spontaneamente si richiama anche all’arte mediorientale del suo paese d’origine. La sua idea di concittadinanza ha come riferimento la cultura mediterranea. Temporalismo può anche corrispondere a un concetto di temporaneità: “far tempo”, nel senso che ogni cosa, idea od opera, fa il suo tempo. Una concezione dinamica di continuo cambiamento ed evoluzione. La quarta dimensione a cui frequentemente Nabil si richiama non è un concetto definibile scientificamente, ma piuttosto un “oltre” a cui l’arte deve necessariamente tendere; un superamento della mera fisicità sia in senso temporale e spaziale sia in senso metafisico.