Il pozzo e il ciliegio

di Franca Petracci

 il pozzo

Io vi ho affittato un dì

la mia memoria,

quel pozzo senza fondo

dove ogni giorno a rovistare

infilo le mie braccia,

lunghe ormai come i rami

di tutti gli alberi del mondo.

E subito ritrovo

struggente come allora

lo sgomento dei vostri occhi.

Quindi le gelosie, la rabbia,

gli insorgenti rancori.

Poi, un po’ nascosti,

quasi per orgoglio,

il vostro essere insieme,

il nodo misterioso

che il fato non può sciogliere,

la monade che io volevo.

Tanti sono i pensieri,

e i rimpianti, e i rimorsi,

che nel frugare ansioso delle mani

si alzano come spettri

a spaventare il cuore.

Ma oggi mi trafigge

soltanto una presenza:

questo ciliegio, o madre,

che tu non puoi vedere rifiorito,

questo ciliegio padre mio che nacque

quando il tuo treno aveva oltrepassato

la linea di frontiera.

 

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