I politici nel circo
La politica italiana contiene la vasta gamma dei numeri da circo noti al pubblico di ogni età. La cornice politica ricorda l’immagine di un circo equestre, dove sfilano bei cavalli nerboruti e tronfi che si fanno rimirare in tutto il loro splendore. L’arte circense (nobilissima quella vera) in politica si traduce in esercizi di varia complessità e abilità utili a dribblare l’attenzione dei più avveduti e attirare quella di papabili elettori. Giocolieri, domatori, pagliacci, acrobati, mimi, prestigiatori e illusionisti… non manca nessuno! Di saltimbanchi ne abbiamo visti tra coloro che con ogni sorta di acrobazia ci hanno intortato con la spettacolarizzazione dei loro comizi e hanno mostrato tanta agilità nell’aggirare gli ostacoli e nascondere le proprie malefatte. Del resto, come non prestare attenzione al fatto che saltimbanco stia anche per ciarlatano? E i fenomeni da baraccone? La nostra politica non ha forse sfornato esseri bizzarri e deformi? I nani al circo suscitano l’ilarità e la simpatia dei presenti. Sotto un baraccone dove regnano la cattiva amministrazione e il caos, il nanismo politico desta invece raccapriccio. Non dimentichiamo figure che per la loro particolare destrezza rientrano nella categoria degli acrobati: funamboli, trapezisti, contorsionisti, equilibristi. Quanti politici con fare incerto camminano sospesi su una fune, si lanciano in performance in cui buttano all’aria il denaro pubblico, si fanno piccoli per rientrare cento, mille volte in ruoli che gli stanno stretti da tempo? Eppure insistono, strabiliando con i loro giochi di prestigio, il loro illusionismo becero e, soprattutto, cercando di tenere a bada come veri domatori il popolo inferocito. Al circo il domatore, per poter entrare nella gabbia dei leoni senza rischiare il linciaggio, prepara a lungo gli animali per addestrarli e renderli mansueti. E la differenza con la politica che manipola la gente dove sta?
Raffaella D’Adderio
