A San Ginesio si è celebrato
il centenario della nascita di Febo Allevi
A S. Ginesio si è celebrato il centenario della nascita di Febo Allevi, saggista e storico della letteratura, solida cultura umanistica, vasta erudizione e sconfinato amore per la sua terra di cui amava studiare la storia, con una concezione della cultura non fatta per ammuffire fra quattro mura ma per ispirare e stimolare le giovani generazioni. La funzione di trasmissione dell’eredità della nostra storia è stata rimarcata da Mons. Brugnaro, arcivescovo di Camerino e S.Severino, il cui intervento ha però fatto i conti con una sala quasi completamente disertata dai più giovani, infatti tra i tanti accorsi a ricordare Allevi il più era costituito da suoi amici, colleghi, studenti e compaesani, ormai non più di primo pelo. Ma a beneficio delle future generazioni, le sue opere e la sua testimonianza di vita sono documentate dai suoi scritti, e magari da un’auspicabile pubblicazione degli atti del convegno dello scorso 22 ottobre, che raccolgano gli interventi dei relatori (Sandro Baldoncini, Carlo Castignani, Rossano Cicconi) e la prolusione “Febo Allevi, ritratto di uno studioso” di Franco Cardini dell’Università di Firenze. In quest’ultimo caso c’è da chiedersi se la prolusione in effetti esista, poiché il Cardini ha preferito, a differenza dei suoi correlatori, intrattenere i presenti con un discorso “a braccio”, certo indulgente verso il generalismo, ma più avvincente dei “dettati” quasi tutti a monotono, che lo hanno preceduto. Il suo intervento, cui è seguita la lettura di alcune poesie di Allevi e il concerto-omaggio della corale Bonagiunta, si è distinto per la vastità dei temi trattati che hanno dato un respiro meno specialistico all’infaticabile lavoro di Febo Allevi. Ha ricordato i momenti passati insieme con lui all’Università di Macerata, grazie anche al comune amore per la storia medioevale. Ha sottolineato la figura dello studioso profondamente legato alla sua S. Ginesio, che sapeva valorizzare l’apporto delle tradizioni orali nella ricostruzione della storia locale. E’ in particolare a questi studi, secondo Cardini, che deve andare la nostra attenzione soprattutto alla luce della profonda crisi che sta attraversando la società occidentale e l’Europa, con questa che ha abbandonato le sue tradizioni, per imboccare una via tecnocratica avulsa dalla sua storia. Come siano preziosi ancora oggi gli studi di storia locale del saggista ginesino, ci viene dalle teorie elaborate da Giovanni Carnevale sulla scoperta dell’Aquisgrana carolingia in Val di Chienti, che stanno riscuotendo l’attenzione del-l’Università Lateranense oltre che di numerose istituzioni locali. Infatti una delle fonti che ha inciso nello sviluppo di queste teorie, è stata senza dubbio il bellissimo e ben documentato saggio di Allevi “I Franchi e le tradizioni epico-cavalleresche nella Marca”. In definitiva gli scritti di storia locale di Febo Allevi, se studiati e promossi adeguatamente potranno raccontarci molto di quello che il nostro territorio è stato nei secoli, e fornirci quei modelli attraverso i quali orientare più saldi il nostro sguardo al domani.
Paolo Ciccioli